Il problema è noto da tempo, ma continua a essere irrisolto e, di conseguenza, le proteste tornano regolarmente a farsi sentire. Ci riferiamo al fatto che, nella fascia del Carso a ridosso del confine con la Slovenia, telefonare utilizzando la rete di telefonia nazionale è pressoché impossibile, rendendo di fatto obbligatorio l’accesso al servizio di “Roaming”.
A testimoniare delle difficoltà dei residenti a poter telefonare come in qualsiasi altro punto del territorio nazionale sono i sindaci dei Comuni dell’altipiano. «Dalla casa di mia mamma, che vive nella frazione di Malchina – racconta il sindaco di Duno Aurisina, Igor Gabrovec –, è impossibile telefonare senza agganciarsi alla rete slovena. Fortunatamente – aggiunge – da tempo il servizio di “Roaming” è compreso nelle tariffe ordinarie, ma di certo non può essere questa la soluzione. Il nostro Comune – sottolinea – ha predisposto un piano di rafforzamento della rete, attraverso il posizionamento di nuovi ripetitori, ma già sappiamo che quando arriveremo al dunque troveremo l’opposizione di chi è preoccupato dall’inquinamento elettromagnetico. Senza pensare – conclude – che trattandosi di zone con un esiguo numero di utenti, le stesse compagnie non investono volentieri».
Monica Hrovatin, sindaco di Sgonico, presenta una situazione molto simile: «Ci sono frazioni come Sales e Samatorza – spiega – dove la rete slovena è dominante su quella italiana. Ci siamo attrezzati da tempo, per dotare il territorio di ripetitori, scegliendo zone come quella della palestra comunale, lontana dalle case di civile abitazione, ma senz’altro una soluzione andrà individuata».
«Sappiamo che ci sono progetti destinati a migliorare la situazione – evidenzia Tanja Kosmina, sindaca di Monrupino – ma anche noi abbiamo frazioni, come Zolla, dov’è pressoché impossibile parlare attraverso la rete italiana. In quell’area ci sono fra l’altro due agriturismi e un’osmizza che hanno difficoltà a ricevere le prenotazioni telefoniche a causa di questo problema».