In ANCI FVG c’è una stima che preoccupa.
La proiezione al pensionamento dei dipendenti comunali nei prossimi cinque anni è pari al 30% degli attuali organici.
In sostanza, un dipendente su tre dei circa 9.500 attualmente al lavoro è in uscita. I Comuni, nel contesto del comparto, hanno perso quasi 2 mila addetti dal 2015. Stando al conto annuale della Ragioneria dello Stato, all’epoca si superava abbondantemente quota 11 mila e, ora che si è scesi sotto i 10 mila.
L’associazione dei comuni del Friuli Venezia Giulia denuncia un certo affanno negli uffici, soprattutto nelle amministrazioni più piccole. A mancare, afferma il presidente Dorino Favot, sono in particolare i ragionieri, uomini e donne dei conti. E poi, mentre proprio in questo periodo riparte la stagione dei concorsi, non si trovano con facilità le figure tecniche, pure quelle di responsabilità. «Negli ultimi anni – ricostruisce Favot – la Regione ha tolto lacci e lacciuoli che impedivano di fatto le assunzioni ed è stato così possibile procedere a nuovi ingressi. Un passo avanti che, dopo anni di blocco della spesa per il personale, ha restituito autonomia ai comuni, finalmente in grado di assumere sulla base dei numeri del bilancio». Ma, appunto, è la prospettiva a preoccupare: «Il problema riguarda le realtà minori, meno strutturate, con una mobilità del personale più accentuata. Il tema è quello di una Pubblica amministrazione non attrattiva in ugual misura ovunque».
Di qui l’impegno di ANCI FVG «ad aiutare i Comuni a costruire un assetto organizzativo più efficiente in termini organizzativi e gestionali, che tenga conto delle trasformazioni recenti, pure di quelle imposte dalla pandemia, a cominciare dallo smart working». Tra l’altro, la legge regionale di riforma delle Autonomie locali ha riconosciuto ad ANCI, attraverso la sua Fondazione ComPA FVG un compito di riorganizzazione e modernizzazione del sistema. Sempre sul fronte della formazione, ANCI FVG, in collaborazione con Aiccre, Ocse di Trento, Informest e Isig, sta organizzando la quinta edizione della Summer School per amministratori locali, un appuntamento tanto più significativo in tempo di Covid. Il focus quest’anno è sulle strategie di sviluppo locale e programmazione europea e prevede incontri on line, con due giorni in presenza a Grado, il 10 e 11 settembre, per la sintesi finale e la consegna degli attestati ai partecipanti.
L’obiettivo è di offrire agli amministratori un contesto stimolante di apprendimento di concetti, modelli, metodi, strumenti e di confronto e condivisione di idee per comprendere e immaginare come si possa progettare lo sviluppo in termini di rilancio delle economie e delle comunità locali nel post-Covid, prefigurando anche la possibilità di accedere alle risorse della programmazione 2021-2027 e al Next GenerationEu.
Su un altro fronte, nei giorni scorsi, anche il Friuli Venezia Giulia ha dato il suo ok al documento che il presidente nazionale ANCI, Antonio Decaro, ha sottoposto all’attenzione della presidenza del Consiglio dei ministri. La richiesta è di maggiori tutele e rispetto per un lavoro non poco complesso. «I nostri compiti – sottolineano i primi cittadini – sono cresciuti in modo esponenziale in un contesto di riduzione di risorse umane e finanziarie, e in un quadro di regole spesso confuso e contraddittorio». Nel documento si insiste sulla possibilità per i sindaci sopra i 20 mila abitanti di candidarsi in Parlamento, così come avviene per i presidenti di Regione, esercitando successivamente il diritto di opzione, e sui tre mandati da consentire nei comuni sotto i 15 mila abitanti.
(Fonte Il Piccolo)