“E’ necessario un confronto sul tema delle indennità di funzione degli amministratori locali per intraprendere con i Comuni una proposta condivisa, da qui il coinvolgimento del Consiglio delle autonomie locali (Cal). Non ho voluto portare una proposta già confezionata ma una comunicazione che rappresenti da un lato la volontà politica di riconoscere il ruolo fondamentale dei nostri amministratori, persone che si mettono a disposizione per il bene comune su cui ricadono importanti responsabilità, dall’altro la volontà di valorizzare la nostra Specialità con una proposta indipendente da quella statale, che va tenuta in considerazione, ma sulla quale non dobbiamo necessariamente adeguarci”.
Lo ha indicato nella seduta del Cal dello scorso 23 gennaio, nella sede della Regione a Udine, l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, che ha spiegato come “siamo la Regione che ha le indennità di funzione previste per i sindaci più basse rispetto al resto del Paese. L’ultimo intervento regionale di adeguamento sui Comuni del Friuli Venezia Giulia risale a metà del 2021 quando ci ponevamo a metà strada fra le indennità delle Regioni a Statuto Speciale e quelle a Statuto ordinario. Pochi mesi dopo la nostra norma regionale, lo Stato è intervenuto prevedendo incrementi percentuali crescenti fino all’ultimo entrato in vigore a gennaio di quest’anno che mostra scostamenti importanti fra le due tipologie di Regioni”.
Per alcune classi demografiche le indennità previste dalla normativa regionale risultano inferiori rispetto a quelle previste dalla normativa statale, anche per importi rilevanti, in particolare per i Comuni ex capoluogo di Provincia. E per evidenziare le oggettive differenze Roberti ha messo sul tavolo qualche dato ponendo attenzione alle fasce di Comuni fra i 30mila e 100mila abitanti o quelli con popolazione superiore ai 100mila abitanti. In Fvg nella prima fascia l’indennità lorda per un sindaco a tempo pieno è di 6.694 euro mentre è di 6.820 euro per l’unico Comune sopra i 100mila abitanti (Trieste); nelle Regioni a Statuto ordinario con il nuovo adeguamento si passa invece a 9.660 euro (nei Comuni capoluogo di Provincia) e a 11.040 euro se il Comune è capoluogo di Provincia con oltre 100mila abitanti. Nel dettaglio quindi Trieste registra una differenza di 4.200 euro (11.040 euro contro i 6.820 euro) al mese mentre per Gorizia, Pordenone e Udine 2.966 euro (9.660 contro 6.694).
Altra differenza si avverte nei Comuni piccoli dove, per quelli fino a 1000 abitanti, lo scarto è di 640 euro di meno al mese rispetto alle Regioni ordinarie.
Roberti ha sottoposto all’attenzione del Cal anche la necessità di fare delle valutazioni sull’introduzione delle indennità per i presidenti dei Consigli comunali come avviene nelle Regioni a Statuto ordinario. Fra gli altri temi toccati quello dei segretari comunali “la norma per la regionalizzazione dei segretari approderà in Aula entro l’anno” ed infine il tema della presidenza del Cal “auspico a breve una convocazione del Consiglio delle autonomie per eleggere il presidente e il suo vice – ha detto Roberti – affinchè si possa risolvere questa situazione di provvisorietà”.
La seduta odierna ha espresso parere favorevole all’unanimità anche sulla deliberazione preliminare della Giunta regionale in merito alle modifiche al regolamento per l’attuazione della Carta famiglia e della Dote famiglia, illustrata dall’assessore regionale a Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Alessia Rosolen. I testi sono stati adeguati alla nuova normativa introdotta con la legge di Stabilità che ha innalzato la soglia Isee da 30.000,00 euro a 35.000,00 euro per accedere a Carta famiglia e ai contributi a essa collegati. È stato inoltre modificato il termine di presentazione delle domande di Dote famiglia spostandolo dal 1° gennaio al 1° aprile di ogni anno. Analogo parere positivo è stato espresso per la deliberazione preliminare della Giunta regionale sugli oneri relativi al funzionamento delle Comunità ai sensi di quanto previsto all’articolo 9 della legge regionale 16/2023 che individua l’elenco delle voci di spesa di funzionamento in relazione alle quali ciascuna Comunità può presentare, nell’anno 2024, la domanda di assegnazione delle risorse.
Le tipologie di spesa, individuate anche allo scopo di garantire trasparenza ed uniformità nell’utilizzo delle risorse, sono riferite ad oneri di funzionamento volti a favorire il modello organizzativo che consente di esercitare in modo efficace la propria attività.