“Il principio di leale collaborazione istituzionale, che i Comuni conoscono bene e praticano resta la direttrice su cui ricostruire costantemente le linee efficaci per superare la crisi, rifuggendo dalla tentazione di lasciare ad altri le responsabilità delle decisioni più difficili. La cooperazione e l’assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo in streaming alla XXXVII Assemblea annuale Anci che si sta svolgendo all’Auditorium della Consolazione a Roma.
La relazione del Capo dello Stato
Il Capo dello Stato ha riconosciuto il ruolo svolto dai sindaci in questi mesi: “Avete camminato molto tra i vostri concittadini, colpiti, condizionati, allarmati al diffondersi del contagio. Il passo degli amministratori locali, a partire da quelli più piccoli, si è rivelata – ha aggiunto – una risorsa preziosa per l’intero Paese, siete stati il presidio più prossimo ai bisogni immediati delle persone, delle famiglie e attività in affanno”.
Proprio questo spirito di cooperazione e comunità è ora necessario “per superare l’emergenza sanitaria, ne abbiamo bisogno per ripartire progettando un domani sereno. E i Comuni, ‘sentinelle della coesione’ , (come definite da Paolo Pagliaro nel suo intervento video) ne avvertono pienamente l’esigenza”, ha evidenziato Mattarella.
Ma ai Comuni secondo il Capo dello Stato, di fronte ai cambiamenti ed alle innovazioni che hanno cambiato il volto delle città, compete anche “la responsabilità di essere intelligenti artefici del loro futuro”. Da quanto sta avvenendo, “possiamo trarre la spinta per un rilancio e per un miglioramento del nostro modello sociale. I Comuni sono la frontiera di questa sfida che riguarda tutto il Paese. Le nuove economie, i nuovi modi di produzione e distribuzione, la rete dei servizi ai cittadini possono essere ripensati per rispondere ai nuovi bisogni sociali, evitando le diseconomie che ereditiamo da modelli precedenti”.
Da Mattarella il riconoscimento dell’azione l’Unione europea che, con il Recovery Fund si sta assumendo “responsabilità importanti mostrandosi finalmente all’altezza dei suoi compiti”. Ma “all’impresa di riprogettare l’Italia siamo chiamati tutti, senza esclusioni. I Comuni, con il loro contributo ‘Città Italia’, rappresentano motore essenziale per una ripartenza che può restituire alle giovani generazioni opportunità che rischiavano di venir meno”, ha concluso il Presidente.
“Il tema scelto per questa Assemblea ‘L’Italia al passo dei sindaci”, lo interpreto come un invito a tenere conto delle questioni con cui vi cimentate ogni giorno. Quindi come un richiamo all’esigenza di una collaborazione più sistematica e concreta tra tutti i livelli di governo e le istituzioni”. Lo ha affermato il presidente della Camera Roberto Fico nel suo intervento in streaming alla XXXVII Assemblea Anci.
La relazione del Presidente della Camera
Per Fico “il momento che attraversiamo richiede condivisione e unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus: nelle istituzioni, nella politica, nella vita quotidiana della società”.
Rifacendosi alle parole del Presidente dell’Anci Decaro, Fico ha auspicato “un filo che lega l’azione di tutti i livelli di governo affinché si possa agire come ‘comunità’”. “In questo contesto il dialogo tra Parlamento e Comuni è costante”, ha proseguito il Presidente della Camera tracciando il perimetro degli interventi finanziari che potrebbero trovare spazio nella prossima manovra. “Confido che essa possa costituire l’occasione per una soluzione a molte questioni avanzate dall’Anci sulla perequazione delle risorse, sui Comuni in stato di crisi, sull’abbattimento degli oneri del debito locale e soprattutto sul sostegno degli investimenti comunali”.
Tra le questioni che la terza carica dello Stato ha definito rilevanti spicca il disequilibrio finanziario dei Comuni che riguarda nell’80% dei casi gli enti di Calabria, Sicilia e Campania, sin dall’introduzione nel 1989 della disciplina del dissesto. “Bisogna procedere ad una riforma delle norme in materia contenute nel Testo Unico degli Enti locali. So che a livello governativo è stata avviata una riflessione su proposte che mi auguro – ha concluso Fico – possano essere sottoposte quanto prima all’attenzione delle Camere”.