Giacomina Pellizzari / udine
L’ex caserma Francescatto di Cividale, i fortini di Ampezzo, il valico doganale di Tarvisio e i sistemi difensivi, unitamente a immobili dal più alto valore storico artistico come l’ex caserma Cantore di Tolmezzo, fanno parte dei primi 16 beni demaniali trasferiti, ieri, a titolo gratuito, dall’Agenzia del demanio alla Regione e quindi ai Comuni che ne avevano fatto richiesta. A breve sarà formalizzato il passaggio di altri 10 immobili situati nei comuni di Pordenone, Osoppo, Pontebba, Gradisca d’Isonzo, Maniago, Chiopris-Viscone, Malborghetto e Sedegliano.
Atteso da tempo, il trasferimento consente ai territori di ridare nuova vita a edifici ricchi di storia, in disuso da decenni. L’atto è stato sottoscritto nel palazzo della Regione, a Udine, dall’assessore al Demanio, Sebastiano Callari, dal direttore regionale dell’Agenzia del demanio, Alessio Casci, e dai sindaci di Ampezzo, Chiusaforte, Cividale del Friuli, Sutrio, Tarvisio, Tolmezzo e San Martino al Tagliamento, i comuni dove sono ubicati gli immobili. Nelle prossime settimane, invece, sarà completato il secondo trasferimento per consentire così alle amministrazioni locali di avviare i piani di recupero redatti anche nell’ambito delle politiche sociali.
La firma
«Mettere nelle concrete disponibilità dei Municipi che ne hanno fatto richiesta beni dello Stato altrimenti destinati al degrado, significa consegnare alla comunità del Friuli Venezia Giulia un patrimonio storico utilizzato, in passato, per scopi militari, per la valorizzazione e la promozione del territorio sotto il profilo turistico e dei servizi, in un generale arricchimento a vantaggio dei cittadini» fa notare Callari, prima di descrivere l’iter che ha consentito di ridurre notevolmente i tempi. I beni, infatti, sono stati trasferiti, con un unico passaggio, dallo Stato alla Regione e ai Comuni. «Li rendiamo disponibili – aggiunge l’assessore – per l’avvio di progetti spesso già ben chiari agli amministratori locali». Inutile dire che l’operazione contribuirà alla bonifica di diversi siti destinati a svolgere nuove funzioni. Non va dimenticato, infatti, che si tratta di trasferimenti chiesti e sollecitati dai sindaci.
Prossime mosse
Questa è solo una minima parte del patrimonio demaniale disponibile in Friuli Venezia Giulia. «Ci sono molti altri immobili, ma prima di acquisirli dobbiamo essere certi che qualcuno li utilizzi» puntualizza l’assessore non senza apprezzare lo sforzo dei sindaci che anche durante la sottoscrizione degli atti ha definito «bravi e coraggiosi». Solo con il progetto di recupero in mano, la Regione sottopone le pratiche alla commissione Paritetica che segue l’intero percorso. Al momento, oltre al trasferimento agli enti locali degli altri 10 immobili, la Regione sta valutando «nell’ambito delle maglie dell’autonomia differenziata, la possibilità di acquisire il fiume Tagliamento, le coste e le spiagge che – sono sempre le parole di Callari – gestiamo in delega, concedendole ai concessionari ai quali vengono applicati canoni gestiti, però, direttamente dal Governo centrale». Callari cita l’esempio della Sicilia, la Regione che ha già ottenuto dallo Stato la proprietà di tutte le sue spiagge.