Ex caserme restituite alle città

di Giacomina Pellizzari / udine
 
Caserme, edifici storici e alloggi: l’Agenzia del demanio si prepara a investire 202 milioni di euro per riqualificare 2 mila 407 edifici. Il valore attuale del patrimonio demaniale ammonta a un miliardo di euro. Trentuno i cantieri in corso in Friuli Venezia Giulia: dal recupero dell’ex caserma Reginato a Udine, attuale sede della Prefettura, si passa agli adeguamenti antisismici delle caserme a Gorizia e Pordenone fino alla palazzina di Miramare, a Trieste.
La mappa degli interventi presentata, ieri, alla Camera, è chiara anche se non definisce i tempi d’intervento. L’assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, lo fa notare ricordando che, troppo spesso, la Regione è costretta a intervenire per tappare le falle negli edifici demaniali. L’ultimo stanziamento previsto nella prossima legge finanziaria ammonta a 4 milioni di euro. L’obiettivo dello Stato è abbattere i costi degli affitti e accelerare la transizione energetica. Si tratta di una vera e proprio sfida che il Demanio non vuole vincere in solitudine, ecco perché invita i privati a far parte della partita.
 
Il report
 
A livello nazionale, rispetto al monitoraggio risalente al 2021, il numero degli interventi è aumentato del 47 per cento e il valore degli investimenti del 153 per cento. Il Piano degli investimenti immobiliari 2024-2026 prevede l’avvio di nuove operazioni per un miliardo di euro, di cui 480 milioni nell’anno in corso, al quale si aggiungono 1,2 miliardi provenienti da altre amministrazioni, per complessivi 4,7 miliardi di euro. «Perno della strategia innovativa per riqualificare i beni dello Stato – si legge – è rigenerare i territori insieme agli enti locali e agli investitori privati è il Piano città dell’immobile pubblico». In Friuli Venezia Giulia il programma biennale prevede due Piani città: quello di Udine, dove viene evidenziata la rigenerazione dell’ex ospedale militare nella caserma Reginato di via Pracchiuso, sede della Prefettura, e quello di Trieste.
 
Piano città di Udine
 
Detto dell’avvenuto passaggio dell’area dell’ex ospedale militare dallo Stato alla Regione e quindi all’Azienda per i servizi alla persona La Quiete – si stimano 20 milioni di investimento – , il Piano di Udine è il più dinamico. La firma dell’accordo è imminente: degli otto siti soggetti a riqualificazione urbana resta da definire solo la destinazione dell’ex caserma Savorgnan di via Aquileia. L’edificio si è rivelato inadeguato a ospitare l’archivio di Stato che, a questo punto, resta nell’attuale sede di via Urbanis. Il fiore all’occhiello del piano di riqualificazione resta il recupero dell’ex caserma Cavarzerani, oggi sede del centro di accoglienza dei migranti. Entro la fine del prossimo anno, infatti, i profughi saranno trasferiti altrove e l’ex caserma sarà trasformata in una cittadella della sicurezza. Qui troverà spazio la Polizia di Stato e il polo archivistico a servizio delle pubbliche amministrazioni. Il progetto vale 59 milioni di euro. E se palazzo Belgrado resterà un polo demaniale, l’ex caserma Duodo, di viale Ungheria, accoglierà l’istituto scolastico Uccellis, mentre nell’ex istituto Stringher i lavoro sono in corso per adeguare le aule alle esigenze degli uffici della Procura. Il complesso che unisce le ex Questura e Prefettura, invece, si confermerà sede di pubblici uffici.
 
Piano città di Trieste
 
A Trieste i piani di riqualificazione degli immobili demaniali sono meno immediati rispetto a quelli previsti a Udine. Nel capoluogo giuliano siamo ancora nella fase di pre condivisione dell’accordo per la riqualificazione dell’ex caserma Filiberto sede della Prefettura e dell’ex jutificio attuale polo gestione delle emergenze. Lo stesso vale per il Porto vecchio, la pineta di Barcola e il polo museale nell’ex deposito dell’artiglieria. Resta da definire la destinazione del complesso “Il Giulia”, della palazzina di via Gatteri e dell’ex tenuta Burgstaller, estesa su 44 mila 600 metri quadrati di superficie. Qui sono previsti interventi di social housing. A differenza di quanto avviene in altre regioni italiane, nei siti demaniali del Friuli Venezia Giulia non sono previste realizzazioni di residenze universitarie.
 
L’osservazione
 
«In Friuli Venezia Giulia a fronte di un buon rapporto dell’Agenzia del demanio con la Regione, sentiamo una certa lentezza nel rispondere alle esigenze immobiliari delle amministrazioni dello Stato che operano nel nostro territorio, tant’è che anche nella prossima legge finanziaria destiniamo 4 milioni di euro per risolvere alcuni problemi presenti negli immobili di proprietà statale che necessitano di importanti manutenzioni» spiega l’assessore, secondo il quale i tempi di trasferimento dallo Stato alla Regione delle aree sono troppo lunghi. «A Gorizia – racconta l’assessore – in una sede della Polizia piove dentro. Ci hanno chiesto aiuto e siamo intervenuti. Questo per dire che siamo ben lontani dal riqualificare gli immobili dello Stato». Callari fa notare, infatti, che la Regione «non riceve la stessa generosità quando chiede il trasferimento delle caserme, in quel caso ci fanno attendere parecchio. Ho chiesto di avere la caserma Del Fante di Gorizia, ma lì devono trasferire uffici pubblici per risparmiare sugli affitti» conclude l’assessore indirizzando una frecciatina a chi osteggia la legge sull’autonomia: «Pur essendo una Regione autonoma – sottolinea –, partecipiamo ai bisogni dello Stato a cui le amministrazioni centrali non sanno dare risposte. Chiediamo autonomia per governare meglio il territorio». —
 
Fonte Il Messaggero Veneto