Chiusura degli uffici postali, lettera di sindaci e sindacati

Laura Tonero
 
I Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo della Valle e Monrupino fanno quadrato e, denunciando i gravi disagi che le ultime decisioni assunte da Poste Italiane comporteranno per i cittadini del nostro territorio, assieme a Slc-Cgil e Uilposte scriveranno all’azienda chiedendo un incontro, urgente.
 
«La chiusura degli sportelli comporta problemi non da poco per un territorio come il nostro, con un tasso di anzianità tra i più importanti d’Europa», fa notare il sindaco Roberto Dipiazza. Che ieri ha fatto da capofila all’incontro che nel Salotto Azzurro del Municipio ha riunito anche il primo cittadino di Monrupino Tanja Kosmina, il sindaco di Muggia Paolo Polidori, l’assessore di San Dorligo della Valle Michele Di Donato e i rappresentanti sindacali.
 
Dal confronto è scaturita appunto la decisione di un’azione congiunta, con un sollecito a Poste Italiane per un confronto.
«Ci sono state già delle chiusure negli ultimi anni – constata Dipiazza – ora tocca agli sportelli di via Combi e dei Carmelitani, via Caboto non è operativa d allo scorso anno, mi sembra troppo». Senza contare la recente chiusura per lavori urgenti anche dell’ufficio postale di via Giulio Cesare.
E poi c’è l’eliminazione del turno pomeridiano nell’ufficio postale di Muggia che «provocherà – spiega Dipiazza – oltre a disagi per gli stessi muggesani, la continuazione dell’intasamento pomeridiano negli sportelli triestini».
Resta poco chiara pure la situazione dell’ufficio di Villa Opicina. I sindacati anche ieri hanno evidenziato come la situazione appesantirà il lavoro degli uffici meno lontani, imponendo agli utenti attese ancora più lunghe.
 
Negli uffici postali rimasti i tempi di attesa sono spesso già insostenibili: le lamentele e le testimonianze di disagi sono costanti.
Le dinamiche innescate dalle decisioni assunte da Poste Italiane «provocheranno – sostengono i sindacati – un acuirsi del diradamento dei servizi nella fascia a ferro di cavallo che va da Duino Aurisina, passando per l’altipiano, fino a Muggia». Una condizione che, a detta dei rappresentanti dei lavoratori, spingerà «chi si può recare in posta solo al pomeriggio a doversi spingere fino in centro città o nell’ufficio più vicino della provincia di Gorizia».
 
C’è poi la questione di via Brigata Casale, una struttura nata come centro operativo, di servizio più per il personale che per gli utenti. Ma che ora è diventata lo sportello dove, molto spesso, i cittadini vengono invitati a fare riferimento per ritirare una raccomandata o un pacco. Una realtà lontana dal centro, difficile da raggiungere per chi non è auto o moto-munito e per le persone con delle fragilità.
Continua intanto la raccolta firme, promossa anche dalla Circoscrizione, contro la chiusura della posta di via Combi, che si concluderà il 28 settembre. Le adesioni vengono raccolte in bar, negozi e altri esercizi del rione.
I cittadini si sono mobilitati anche nel quartiere di Gretta, dove contro la chiusura dell’ufficio postale di via dei Carmelitani – ormai fissata per il 30 settembre – sono state raccolte quasi 2 mila firme, già consegnate al Comune di Trieste.
 
I cittadini, le istituzioni e i sindacati sperano che la mobilitazione spinga Poste Italiane a un ripensamento. —
 
Fonte Il Piccolo