Sindaco e coordinatore a giudizio

 
Alessandro Cesare
 
Il sindaco di Preone, Andrea Martinis, e il coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile del comune carnico, Renato Valent, sono stati rinviati a giudizio per il reato di omicidio colposo e per aver disatteso gli obblighi previsti dalla norma sui datori di lavoro.
 
Una sentenza, quella del giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Udine, Roberta Paviotti, destinata a far discutere, in quanto mette a rischio la sopravvivenza stessa dei gruppi comunali di Protezione civile.
 
Il caso è quello della morte del volontario Giuseppe De Pauli, avvenuta il 29 luglio 2023 a causa della caduta di un ramo, mentre era impegnato nel monitoraggio del territorio dopo un’ondata di maltempo. A rispondere per quell’incidente saranno Martinis e Valent, chiamati a comparire il 3 giugno davanti al giudice Daniele Faleschini Barnaba.
 
L’udienza
Come già successo all’udienza di fine dicembre, Martinis e Valent non sono stati lasciati da soli. Al secondo piano del tribunale di Udine hanno voluto essere presenti diversi primi cittadini e amministratori carnici: Ovaro, Lauco, Ravascletto, Comeglians, Enemonzo, Cavazzo, Sauris, Villa Santina, Ampezzo, Socchieve, Paularo e Amaro. Tutti con indosso la fascia tricolore, pronti a dimostrare solidarietà a Martinis e Valent e a mettere in discussione, con queste norme, l’operatività delle squadre comunali di Protezione civile. L’udienza con il gup Paviotti è iniziata poco dopo le 11. All’uscita il sindaco di Preone ha la delusione stampata in viso: «Rinviato a giudizio», sono le uniche frasi che riesce a pronunciare davanti ai suoi colleghi rimasti nei corridoi. Increduli per la decisione del giudice, che non ha accolto la richieste degli avvocati difensori, Cesare Mainardis, Andrea Ghidina e Alessandro Franco, di non luogo a procedere. Saranno le motivazioni, disponibili tra qualche settimana, a motivare la decisione di Paviotti.
 
Le reazioni
Se i diretti interessati hanno preferito non parlare, così come i loro avvocati, sono stati altri sindaci a esprimere il loro disappunto per la situazione venutasi a creare. Il primo cittadino di Ravascletto, Ermes De Crignis, che è anche presidente della Comunità di montagna della Carnia, ha detto: «Questa sentenza ci preoccupa perché quando uno fa tutto in modo regolare non può trovarsi imputato per situazioni che vengono gestite insieme alla Regione Fvg e alla Protezione civile. Già si fatica a trovare gente disponibile ad amministrare in montagna, se poi arrivano decisioni di questo tipo, che appesantiscono il ruolo e la responsabilità dei primi cittadini, tutto diventa più complicato. A questo punto – ha aggiunto De Crignis – ci attendiamo che sia la Regione assieme a noi a portare avanti questa situazione, cercando di risolverla. Dobbiamo essere tutti compatti in questa vicenda».
 
Lunedì sera alle 18, nella sede della Comunità di montagna di Tolmezzo, gli amministratori carnici si ritroveranno per discutere di quanto successo. Ci sarà anche una richiesta di intervento rivolta al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e all’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi. «Per riuscire a salvare la Protezione civile Fvg – hanno chiuso i primi cittadini – la Regione deve starci vicino e non lasciarci soli» . —
Fonte
Il Messaggero Veneto