Protezione civile e sicurezza: la proposta delle Regioni per tutelare anche i sindaci

Cristian Rigo
 
Lo scudo protettivo per i volontari di Protezione civile e Croce rossa è già attivo, ma i sindaci sono rimasti esclusi dalla tutela votata nei giorni scorsi dal Parlamento e alle Regioni una protezione non basta perché, spiega l’assessore Riccardo Riccardi, «chi opera per la Pc non è un dipendente e non può essere inquadrato come se ci fosse un rapporto di lavoro». Motivo per cui la proposta che le Regioni presenteranno al Governo prevede di «far uscire l’attività di Protezione civile dal perimetro al decreto legislativo 81/2008», il cosiddetto Testo unico sulla Sicurezza, che disciplina la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Ma nè i volontari, nè i sindaci sono lavoratori e non si trovano a operare in un cantiere, ma in contesti emergenziali.
 
Unanimità
La Conferenza delle Regioni ha approvato all’unanimità la richiesta di modifica al Decreto legislativo 81. Adesso toccherà al presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga trasmetterlo al Governo. «Con l’approvazione unanime della proposta di emendamento al decreto legislativo 81/2008, le Regioni compiono il passo decisivo per garantire tutele coerenti con la natura del volontariato di Protezione civile e alleggerire il carico di responsabilità su tutti i soggetti istituzionali coinvolti, a partire dai sindaci – spiega Riccardi -. Ci siamo mossi in questa direzione convinti che questa esperienza straordinaria e popolare non debba finire ma, al contrario, essere tutelata e preservata portandola però fuori dalla materia sui datori di lavoro, perché rappresenta un patrimonio della collettività. L’auspicio – aggiunge – è che il Governo intervenga quanto prima».
 
La proposta
La proposta, elaborata dalla Regione Friuli Venezia Giulia in sinergia con il Dipartimento nazionale della Pc, dopo la tragedia di Preone, interviene in maniera decisa superando le precedenti disposizioni. Quella definita non è una misura che va a correggere la norma vigente, quanto piuttosto a definire l’uscita netta dal perimetro di applicazione del decreto legislativo 81 per i volontari e gli attori istituzionali del sistema, a partire dai sindaci. La norma richiama poi l’esigenza di regolare gli aspetti di sicurezza – quali formazione, informazione e sorveglianza sanitaria – in un contesto normativo più appropriato, ma diverso dal testo sulla sicurezza dei posti di lavoro.
 
Responsabilità e sanzioni
Escludere le attività di Pc dal contesto fissato dal Testo unico sulla sicurezza non significa ovviamente operare senza responsabilità e per questo, secondo le Regioni, servirà una norma ad hoc con sanzioni diverse. «Dopo la nuova legge regionale approvata per la tutela legale, come avevamo definito insieme con volontari e sindaci, ora la messa a punto del testo da parte della Conferenza delle Regioni, su nostra proposta, chiarisce come pienamente sostenibile il contributo dei volontari; inoltre, tutela gli amministratori locali, chiamati a operare in emergenza senza il rischio di responsabilità come previsto dalla norma per i datori di lavoro – precisa l’assessore -.
 
L’obiettivo, precisato nel documento tecnico, è quello di armonizzare il sistema della sicurezza con lo spirito solidaristico e civico che anima la Pc. In quest’ottica, si rende necessario anche un ripensamento del regime sanzionatorio in coerenza con la cornice normativa che regola il volontariato». Sanzioni più basse di quelle previste per i datori di lavoro quindi e un nuovo quadro di riferimento. «Conclusa ora la fase di condivisione con le Regioni, il testo sarà trasmesso al Governo, che potrà recepirlo in un prossimo decreto legge.
 
Parallelamente – conclude Riccardi – si potrà avviare il lavoro per disciplinare, in maniera puntuale, le attività non più soggette alle disposizioni del Decreto legislativo 81». —
Il Messaggero Veneto