L'agenda del 2026
Laura Blasich
Un Consiglio regionale speciale per ricordare i 50 anni del terremoto del Friuli alla presenza del Presidente Mattarella, ma anche l’attività necessaria a ridare vita alle Province nel 2027.
Tra gli impegni del 2026 non ci sarà però il terzo mandato del governatore del Fvg.
Sono i temi emersi ieri durante l’incontro di fine anno del presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin.
L’agenda del 2026
Nell’agenda del 2026, che vede la prima seduta calendarizzata per il 15 gennaio per la discussione della legge sui carburanti, non ci sarà il tema del terzo mandato del governatore del Fvg. «È un tema non all’attenzione del Consiglio regionale dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’iniziativa della Provincia autonoma di Trento – ha detto in modo chiaro Bordin – affermando che anche le Regioni a statuto speciale non hanno competenze di autogoverno in materia. Si tratta di scelte che saranno compiute quindi a livello nazionale, salvo dei cambiamenti». L’aula già nei primi mesi dell’anno sarà chiamata invece a definire le competenze delle nuove Province e le norme che ne guideranno le elezioni nel 2027. In Consiglio regionale è atteso poi l’approdo del Piano di governo del territorio.
I 50 anni del sisma
Il Consiglio regionale punta ad avere un ruolo di primo piano nella commemorazione dei 50 anni del terremoto del Friuli. «Tra le iniziative un Consiglio regionale straordinario alla presenza, ci auguriamo, del Presidente della Repubblica che ha sempre dimostrato attenzione alla nostra regione», ha preannunciato Bordin. Gli eventi saranno realizzati all’insegna del duplice obiettivo di «ricordare e onorare la memoria delle vittime e di evidenziare i frutti di quell’esperienza».
L’attività nel 2025
Venti leggi approvate, sulle 32 presentate in totale, di cui solo quattro, su 14 presentate, di iniziativa del Consiglio regionale. Un dato in miglioramento rispetto a 2023 e 2024, con rispettivamente una su 14 e due su 17 norme varate, ma che dà la misura del depotenziamento dell’assemblea elettiva. «Siamo consapevoli del cambiamento innescato dall’elezione diretta del presidente di Regione», ha affermato Bordin tracciando il bilancio del 2025 assieme all’Ufficio di presidenza e ai garanti regionali. «Il Consiglio regionale può avere un ruolo maggiore grazie alla capacità e l’esperienza dei singoli consiglieri e una maggiore forza della politica potrebbe bilanciare il peso dell’esecutivo», ha aggiunto il presidente. Il dato è stato condiviso dal vicepresidente, dem, Francesco Russo, che ha riconosciuto ieri lo stile costruttivo della presidenza Bordin, ma criticato le scarse aperture in aula nei confronti delle proposte della minoranza. A rimbrottarlo i due segretari dell’Ufficio di presidenza di maggioranza, Michele Lobianco (Fi) e Simone Polesello (Lega). Nel 2025 sono stati 505 i beneficiari dei contributi del Cr rispetto ai 336 del 2024 per 2,14 milioni erogati ad associazioni per eventi e progetti.
I garanti
Dalle 307 istanze ricevute dal difensore civico regionale Arrigo De Pauli, che ha ribadito la difficoltà a stringere convenzioni con i Comuni, indispensabili per tutelarne i cittadini, ai 1.541 ricorsi presentati al Corecom. L’attività dell’Osservatorio regionale antimafia, concentrata nel 2025 anche sulle attività di prevenzione, nel 2026, come spiegato dalla presidente Barbara Clama, continuerà invece a focalizzarsi su analisi e monitoraggio dei traffici illeciti. Nel 2025 la Commissione pari opportunità presieduta da Dusy Marcolin ha tenuto nove sedute in plenaria e 19 dei gruppi di lavoro. Al garante regionale dei diritti alla persona Enrico Sbriglia sono giunte 155 segnalazioni, di cui 71 in ambito detenuti, 41 per infanzia-adolescenza e 43 in ambito discriminazioni. Nel 2026 l’obiettivo è un grande convegno sull’architettura carceraria. «L’evasione a Trieste è frutto di una visione datata degli istituti di pena, non improntata alla possibilità di recupero», ha osservato Sbriglia.
Fonte Il Messaggero Veneto
