A un anno dal suo insediamento in Comunità di montagna il presidente Ivan Buzzi stila il primo bilancio

l’intervista
Alessandra Ceschia
 
A febbraio dello scorso anno ha assunto la guida della Comunità di montagna Canal del Ferro, Val Canale. A distanza di un anno Ivan Buzzi, sindaco di Pontebba e presidente di un ente che riunisce i Comuni di Chiusaforte, Dogna, Malborghetto-Valbruna, Moggio Udinese, Pontebba, Resia, Resiutta e Tarvisio, stila un primo bilancio dell’attività svolta ed elenca i progetti per il futuro. Che passano attraverso lo sviluppo turistico, la crescita occupazionale e dei servizi.
 
Avete obiettivi ambiziosi.
«I principali risultati che abbiamo cercato di raggiungere con il comitato esecutivo, nel quale con Anna Micelli, sindaco di Resia e Simone Peruzzi sindaco di Dogna si lavora in grande sintonia, erano rivolti l’organizzazione degli uffici nei quali abbiamo ridefinito aree e posizioni organizzative. Abbiamo quindi individuato in Giorgio Valent la figura di un direttore della comunità diviso fra Pontebba e Gemona che potesse darci una mano a portare avanti l’attività amministrativa. Ci siamo concentrati sulla funzione sviluppo e per questo abbiamo avviato una collaborazione con Massimo Fuccaro, già direttore Net, che ci darà una mano nell’attività di ricerca dei fondi e delle risorse».
 
E il personale?
«Stiamo cercando di implementare la pianta organica: disponiamo di tre dipendenti nella polizia locale, uno alla segreteria protocollo, uno al Suap, due ai tributi, cinque alla ragioneria, quattro all’ufficio tecnico e tre alla centrale unica di committenza, ma siamo alla ricerca di almeno tre persone per l’ufficio tecnico, uno per la ragioneria e uno per l’ufficio per lo sviluppo. Abbiamo appena approvato il Piano e possiamo procedere al reclutamento del personale con un appello a chi è davvero interessato a venire a lavorare in montagna, perché assumere personale da formare che dopo tre o quattro mesi chiede il trasferimento in Regione è un dispendio di energie».
 
Quali politiche di sviluppo?
«In questi anni abbiamo lavorato a un primo segmento cercando di sviluppare il turismo sostenibile. Abbiamo di conseguenza cercato di concentrare risorse e investimenti sui servizi legati alla ciclovia Alpe Adria. Nel 2024 abbiamo cominciato a lavorare al tema delle risorse energetiche, vorremmo aggregarci a livello sovracomunale per istituire una comunità energetica, ma ci sono altri temi sui quali intendiamo impegnarci, ci incontreremo per individuare priorità e percorsi comuni che porteremo avanti».
 
Lo spopolamento è un problema che vi accomuna. Come lo fronteggiate?
«In un ventennio il territorio ha perso il 30 per cento dei residenti. Qualche comune, come Resia, Resiutta e Dogna, hanno avviato il progetto “Vieni e vivere in montagna” con la cooperativa Cramars e hanno riscontrato un certo interesse da parte di persone che si sono fatte avanti. È necessario creare un clima favorevole per incentivare la crescita demografica partendo dai servizi. A Pontebba, ad esempio, abbiamo allestito una foresteria e l’abbiamo messa a disposizione del medico. Una strada sulla quale intendiamo proseguire: fornire un alloggio per chi sceglie di prestare servizio sul territorio, come medico o insegnante, può essere una strategia premiante».
 
E sul fronte dei trasporti?
«Lungo la statale 13 e la linea ferroviaria la mobilità è garantita. Il problema esiste nelle vallate laterali, per questo siamo sostenendo il progetto di volontariato Arcobaleno istituito per garantite il trasporto delle persone in difficoltà verso le strutture sanitarie. Stiamo inoltre ragionando sull’istituzione di un servizio di trasporto a chiamata con le navette».
 
Anche il commercio deve crescere
«Il nostro è un territorio vastissimo. Cercheremo di avviare un dialogo con Tarvisio che ha un suo distretto per verificare se c’è la possibilità di agganciarci e di condividere il loro percorso. Nel caso non fosse possibile individueremo una strategia alternativa». —

 

Fonte Il Messaggero Veneto