Città smart, felici e al femminile ma anche nuovi modelli di governance delle città medie.
Questi i temi sul tavolo del confronto a Pordenone che si è svolto il 23 maggio e che ha visto la partecipazione di Anci nazionale con il responsabile Urbact, Simone d’Antonio che ha illustrato le esperienze della rete delle città Urbact. Hanno preso parte all’incontro, tra gli altri, anche il presidente di Anci FVG Dorino Favot, e l’assessora alle politiche sociali e pari opportunità Guglielmina Cucci.
L’evento, organizzato dal Comune di Pordenone, Anci FVG e Federsanità FVG, ha offerto l’occasione per discutere delle esperienze volte a rendere le città sostenibili ed inclusive favorendo nuove forme di partecipazione civica con uno sguardo verso il contesto europeo con Urbact.
Nel corso del dibattito è stata presentata la ricerca “Pordenone città futura” realizzata da Ires e Swg sulle politiche di genere mettendo in evidenza il rapporto tra città e donne e come migliorare la percezione della sicurezza negli spazi urbani. Un’ analisi che punta a replicare policy e approcci già adottati a livello europeo da molte città come Vienna ma molti esempi vengono anche dalla rete di Urbact: come Urbact gendered landscape, progetto guidato dalla città svedese di Umea.
“Il post pandemia ha fatto emergere nuovi scenari che, nella programmazione e visione futura delle nostre città, vanno tenute in considerazione. Oggi bisogna guardare a città inclusive, centrate sulla persona e su tutti gli utenti urbani. In questa direzione vanno molte delle esperienze innovative sperimentate nella rete di Urbact e UIA, validi modelli da diffondere a livello nazionale per uno sviluppo urbano sostenibile, inclusivo e partecipato”, ha evidenziato nel suo intervento Simone d’Antonio.
Sul punto i partecipanti hanno concordato sottolineando il necessario scambio di esperienze con uno sguardo alle pratiche europee considerando centrali temi quali l’uso degli spazi pubblici, la transizione ecologica, lo sviluppo di comunità aperte e inclusive nonché l’attuazione dell’Agenda urbana europea. Un ragionamento che ha preso le mosse anche dal documento sulla Podernone del futuro e sul pieno coinvolgimento della comunità locale nella vita cittadina: asset della città del futuro.