Rafforzare l’intervento governativo di emergenza accogliendo l’intero pacchetto di richieste avanzate per la conversione in legge del Dl Sostegni. Ma soprattutto prevedere un programma per una vera fase di sviluppo mettendo gli enti locali, dai Comuni alle loro forme associative, nelle condizioni di poter effettivamente utilizzare le risorse erogate con il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Paese ha bisogno di apparati e regole profondamente rinnovati per guadagnarsi una fuoriuscita duratura dalla crisi, non basta solo garantire il mero ritorno alla normalità. E’ la posizione sostenuta da Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale, presidente Ifel e sindaco di Novara, intervenuto davanti la Commissione Finanze della Camera, impegnata in una serie di audizioni sul Documento di economia e finanza (DEF 2021). Il documento presentato
Canelli, manifestato il proprio apprezzamento per la dimensione del sostegno economico agli enti locali nel 2020, poi proseguito con la legge di bilancio 2021 e con il Dl “Sostegni”, si è augurato che l’intervento sull’emergenza sia completato anche in vista del nuovo scostamento di bilancio. Per questo il delegato Anci ha ribadito tutta una serie di modifiche già sollecitate per il Dl Sostegni: un nuovo programma di ‘buoni famiglia’, analogo al Fondo di solidarietà alimentare 2020, ma che ricomprenda aiuti per il pagamento di affitti e bollette; il rinnovo del sostegno al potenziamento dei centri estivi per ragazzi; ed un congruo innesto di risorse per assicurare un’agevolazione TARI per le attività più colpite dalla crisi e le famiglie fragili”. Altrettanto rilevante è “estendere a tutto il 2021 sia l’esenzione dal Canone unico dei pubblici esercizi e del commercio ambulante che le semplificazioni amministrative già previste dal decreto Rilancio”.
Altro capitolo delicato per i Comuni è quello “della liberalizzazione per tutto il 2021 dell’utilizzo degli avanzi liberi”, mentre “gli avanzi vincolati per fondi emergenziali non utilizzati nel 2020 vanno estesi a tutti i fondi speciali e non limitati al ‘Fondone’”. Dal presidente Ifel anche la richiesta “di rinviare al 2022 l’obbligo di accantonare per il Fondo garanzia debiti commerciali (FGDC), di sospendere gli accantonamenti e le dismissioni obbligatorie sulle perdite delle partecipate e di congelare le percentuali di accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE)”.
Ma l’Anci vuole porre le basi per il rilancio del Paese partendo dagli enti locali, visto che “nonostante le difficoltà dovute alla pandemia i Comuni hanno mantenuto nel 2020 una capacità operativa forte sul versante degli investimenti”. “Non possiamo accontentarci del recupero, peraltro ancora non pienamente raggiunto, della capacità di investimento precedente la crisi finanziaria dello scorso decennio, grazie al superamento dei vincoli ottusi derivanti dal patto di stabilità archiviato”, ha evidenziato Canelli.
A suo parere “serve una spesa locale per investimenti in forte aumento – del 60 per cento medio annuo – grazie ad apparati e regole profondamente rinnovati”. Il tutto da realizzare “con finanziamenti diretti ai Comuni, semplificazioni al codice degli appalti e l’utilizzo degli avanzi di amministrazione, a regime e non solo in fase emergenziale”. Auspicabili anche “la riduzione strutturale degli interessi sul debito degli enti locali, un’ampia semplificazione degli strumenti di programmazione degli enti locali, e lo snellimento dei monitoraggi sui fatti finanziari e sulle opere pubbliche”. Infine, il sindaco di Novara ha sollecitato “l’allentamento dei vincoli sulle assunzioni di personale qualificato e un lungimirante governo della spesa e dei vincoli di parte corrente, ampliando l’intervento ‘verticale’ dello Stato nel Fondo di solidarietà comunale e nei fondi per Città metropolitane e Province”.