Piero Tallandini
Cala, anche se in misura minima, il numero di occupati in Friuli Venezia Giulia. Dal 2022 al 2023 601 in meno (519.916 rispetto a 520.517), diminuzione pari allo 0,1 %: un’inversione di marcia dopo il periodo di espansione tra il 2021 e il 2022 (+2%). La tendenza è più accentuata nel settore dell’industria, con 5.172 occupati persi (- 4%), interrompendo una crescita iniziata nel 2018. In flessione anche il settore costruzioni (- 1,3%). In calo, inoltre, il numero di lavoratori dipendenti (- 0,7%) mentre aumentano gli indipendenti (+2,3%).
È lo scenario delineato dai numeri dell’Osservatorio regionale sul mercato e le politiche del lavoro, illustrati ieri in una conferenza stampa dall’assessore con delega al Lavoro Alessia Rosolen, dal responsabile dell’Osservatorio, Carlos Corvino, e dal governatore Massimiliano Fedriga.
Pesano la congiuntura economica sfavorevole, il rallentamento della produzione industriale e la riduzione delle esportazioni in un contesto internazionale difficile, dall’Ucraina al Medio Oriente, a cui si aggiunge la crisi del mercato tedesco: «Una situazione che impatta in modo particolare sull’export della regione, anche per la nostra particolare posizione geografica» ha sottolineato Rosolen. Il Fvg è in controtendenza rispetto ai dati sugli occupati nazionale (+2,1%) e del Nordest (+2%).
«Tra il 2021 e il 2022 erano stati 10.217 gli occupati in più, ma nel periodo di uscita dalla pandemia la crescita ha stabilizzato gli organici – ha osservato l’assessore –. Questo – 0,1% è un piccolo dato negativo sul quale intendiamo tenere alta l’attenzione anche pensando al calo che investirà il settore manifatturiero nei prossimi anni a causa dell’evoluzione tecnologica».
Quei 601 occupati in meno, comunque, non destano particolare allarme (secondo Corvino si tratta di una «lieve contrazione») anche perché gli altri indicatori principali sul mercato del lavoro sono incoraggianti. Il tasso di disoccupazione che nel 2021 era ancora al 5,7% è sceso nel 2023 al 4,6% (- 0,7% rispetto al 2022) risultando tra i più bassi d’Italia e quello di occupazione ha raggiunto il 68,7% (+0,2%) nonostante il calo degli occupati totali, risultando addirittura il più alto di sempre: in questo caso sul dato incide il crollo della popolazione in età attiva. Inoltre «aumentano l’occupazione femminile (+0,5%) e le assunzioni a tempo indeterminato (+1%)» ha rimarcato Rosolen.
«Di fatto, di fronte a una stabilità del numero di occupati, abbiamo un incremento notevole di contratti a tempo indeterminato – ha affermato Fedriga –. Ci hanno consegnato una regione che aveva 507 mila occupati e quasi 45 mila disoccupati, oggi siamo a 520 mila occupati e meno di 25 mila disoccupati. E rispetto al 2022, nel 2023 abbiamo avuto un numero di occupati pressoché invariato e 4 mila disoccupati in meno. Sono numeri magnifici». «Oggi – ha aggiunto il governatore – la nostra regione dà più opportunità rispetto a quelle che è in grado di soddisfare l’offerta di lavoratori. Il nostro sistema produttivo ha bisogno di lavoratori e questo è il messaggio c he dobbiamo far percepire ai nostri cittadini».
«Le dimissioni sono cresciute fino a raggiungere nel 2023 il 68% dei motivi di cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato – ha spiegato infine Corvino –, crescita legata sia all’aumento della mobilità, sia a una maggior attenzione agli aspetti qualitativi del lavoro, come la possibilità di fare carriera e il livello del salario».