Il piano approvato dai sindaci
Marco Ballico
Il Consiglio delle Autonomie locali, con la sola astensione di San Canzian d’Isonzo, dà il via libera alle Linee annuali per la gestione del servizio sanitario regionale 2026. Un passaggio che, dichiara l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi, «conferma la bontà di un metodo di programmazione mai utilizzato prima nella storia del Friuli Venezia Giulia». Il riferimento è alla previsione anticipata delle risorse che verranno stanziate nella Finanziaria di fine anno: per la parte corrente le Aziende sanitarie avranno a disposizione 3 miliardi 379 milioni di euro, 117 milioni in più del 2025.
LA MANOVRA
Davanti ai sindaci, l’assessore ha informato che il 2025 «chiuderà in pareggio» e che le eventuali economie resteranno all’interno del sistema sanitario «a copertura di nuovi investimenti». Già nell’assestamento bis di ottobre, ha poi ricordato, «sono state previste le dotazioni finanziarie per coprire l’intero 2026, così da evitare i consueti rabbocchi del Fondo sanitario che in passato generavano incertezza». In agenda c’è anche una programmazione triennale per la valorizzazione del personale sanitario, all’interno della quale «continueremo a garantire l’1% del Fondo di premialità sugli stipendi, con ulteriori misure straordinarie per premiare lavoro e responsabilità. Intendiamo assicurare nel 2026 le stesse risorse premiali, circa 40 milioni, già stanziate in via straordinaria quest’anno».
GLI OBIETTIVI
Le nuove Linee guida mettono al centro il Piano triennale della rete oncologica regionale, la riorganizzazione dei percorsi assistenziali e il rafforzamento della rete territoriale. «Vogliamo centrare entro il 2025 l’apertura delle prime Case di comunità – ha ribadito Riccardi – per rispondere alla domanda di assistenza di bassa urgenza e decongestionare i Pronto soccorso. E stiamo inoltre lavorando alla revisione della rete riabilitativa, oggi ancora troppo sottodimensionata».
TAVOLI SEPARATI
Come emerso già giorni fa dal duro commento di Uil Fpl, Cisl Fp e Nursind rispetto alle critiche della Cgil sul documento presentato ieri al Cal, i segretari Stefano Bressan, Nicola Cannarsa e Luca Petruz hanno formalmente chiesto alla Regione di aprire tavoli di trattativa separati, prendendo atto delle «divergenze strutturali e non superabili» con Fp Cgil e Fials. Riccardi non nasconde un certo rammarico, ma prende atto della divisione: «Premesso che ci sono categorie che fanno sindacato e altre che fanno un po’ di tutto, non posso commissariare nessuno. Se scelgono tavoli diversi, io non posso fare altro che prevederli. In ogni caso, i numeri parlano chiaro: equilibrio di bilancio, risorse garantite e un piano di valorizzazione del personale che pochi altri sistemi regionali possono permettersi».
IL CONFRONTO SUGLI INCENTIVI
Nel pomeriggio l’assessore si è confrontato con la Fials sul tema degli incentivi: «Abbiamo ragionato nel merito, senza polemiche. Non è mio compito entrare nelle dinamiche interne dei sindacati, ma con chi è disponibile al dialogo costruttivo troveremo sempre un terreno comune».
Fabio Pototschnig e Giovanni Di Matola spiegano da parte loro che la Fials «ha apprezzato l’impegno economico che per il 2026 la Regione ha confermato per incentivare il personale del Ssr, come da nostra istanza di finanziamento pluriennale posta con nota a verbale parte integrante di una delibera di giunta regionale». Tra le ulteriori richieste, un tavolo permanente per affrontare i temi ancora non risolti, a partire dall’incremento economico del buono pasto, da riconoscere anche ai turnisti, e l’aumento della maggiorazione dell’indennità notturna degli oss. —
Fonte
Il Messaggero Veneto
