Il presidente Sergio Mattarella dato quasi per certo, Giorgia Meloni in attesa di conferma, Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, assente.
C’è grande fermento attorno all’imminente cerimonia del 9 ottobre nei luoghi del Vajont: in quell’occasione sono infatti attese numerose autorità per il sessantesimo anniversario della tragedia.
Dal Quirinale non è ancora partita la lettera ufficiale che garantisce la presenza alle commemorazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella. In realtà pare trattarsi di semplice galateo istituzionale, ritenendo scontata la partecipazione del presidente della Repubblica. Del resto nel 2019 Mattarella, visitando il cimitero delle vittime a Fortogna di Longarone, dichiarò di voler ritornare nelle località colpite dalla tragedia.
Ancora tutto da vedere invece per quanto riguarda il premier Giorgia Meloni. Anche in questo caso però c’è chi è pronto a giurare che il capo di Governo non mancherà. Il coordinatore di Fratelli d’Italia, il deputato Walter Rizzetto, non si sbilancia ma conferma di aver portato a Roma le istanze del territorio che vorrebbero Meloni in prima fila durante le celebrazioni. Tutto dipenderà dall’agenda dell’esecutivo e da eventuali emergenze dell’ultim’ora.
«Se non potrà essere tra noi proprio il 9 ottobre, il premier sappia che l’aspettiamo in qualsiasi altro momento per accompagnarla negli angoli più significativi della sciagura e della successiva ricostruzione», ha detto il sindaco di Erto e Casso e presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane Fernando Carrara, firmatario di una delle lettere di invito ufficiali. Anche il suo collega di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, preferisce la linea della cautela in merito all’adesione o meno delle massime autorità dello Stato. «Nessuno può ancora dare per acquisita la presenza del Capo dello Stato ma certamente saremo onoratissimi di riavere sul territorio una persona che si è sempre contraddistinta per la profondissima umanità», ha commentato Padrin, che guida pure la Fondazione Vajont.
Chi invece rischia di commettere l’ennesimo autogol istituzionale è l’Europa. Nel 2020 e nel 2021 l’allora presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, cercò per ben due volte consecutive di attestare solidarietà alle popolazioni della zona. Il Covid e il successivo aggravarsi delle sue condizioni di salute non gli permisero di coronare il proposito. «L’Unione non può snobbare un appuntamento così importante per la storia dell’intero Continente», confidò Sassoli qualche mese prima di morire al senatore friulano Marco Dreosto, promotore dell’iniziativa. Il suo successore, Roberta Metsola, raccolse quel testimone e assicurò di voler portare a termine l’iter. Sinora però da Bruxelles tutto tace. E sfogliando gli impegni pubblici dell’esponente comunitario risulta che il prossimo 9 ottobre la Metsola dovrebbe trovarsi a Malta, suo Paese di origine.
di Fabiano Filippin