Francesco Codagnone
L’ex rettore dell’Università di Trieste e docente universitario Maurizio Fermeglia è spirato nel primo pomeriggio di ieri all’età di 68 anni, colto da un malore fatale durante un’escursione nella sua amata Val Rosandra. Ingegnere chimico, autore di centinaia di articoli sui grandi temi delle scienze della vita e consulente scientifico per programmi di sviluppo europei, era stato rettore dell’ateneo triestino dal 2013 al 2019. Animo curioso, ambientalista sincero e appassionato di alpinismo, come tante altre domeniche ieri Fermeglia era andato a camminare in Carso, in solitaria. Si era spinto fino al sentiero “39”, sopra Bagnoli, prima di accasciarsi su un tratto impervio, colto da un infarto. A trovare il corpo dell’ex rettore riverso sulle pietre è stato un escursionista austriaco, che ha subito chiesto aiuto riuscendo a farsi udire da altri due giovani gitanti lì nei paraggi, tra cui uno studente di Medicina, il quale ha praticato a Fermeglia il massaggio cardiaco fino al sopraggiungere dei soccorritori, otto operatori in tutto, che hanno proseguito con la procedura fino all’arrivo dell’elicottero di soccorso. Ma non c’è stato nulla da fare. Maurizio Fermeglia è morto così, nel primo pomeriggio di ieri, tra i sentieri più volte percorsi in tante altre domeniche della sua vita. «Tutta la comunità dell’Università si stringe attorno alla sua famiglia, alla moglie che è nostra collega, alla figlia che è nostra studentessa e al figlio che lo è stato», è la prima reazione del suo successore al Rettorato, Roberto Di Lenarda. Esprime «sentito cordoglio» a sua volta il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, ricordando in Fermeglia «un apprezzato uomo di scienza, che non ha mai fatto mancare dedizione e impegno in ogni sua attività». Un «sincero dispiacere» per il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che ricorda di quel loro primo incontro avvenuto durante le amministrative del 2016: Fermeglia era allora a metà del suo mandato in ateneo, e «si presentò come un uomo garbato, gentile, perbene, così è sempre stato, fino alla fine».
Nei tanti messaggi di commiato, Fermeglia è più volte ricordato come un «punto di riferimento per la comunità ambientalista regionale: moltissime persone comuni ne riconoscevano autorevolezza e doti umane», commenta la segretaria regionale del Pd Caterina Conti. «Perdiamo un interlocutore con cui fino letteralmente a ieri condividevamo impegni, appuntamenti e progetti», ricorda anche la segretaria provinciale del Pd Maria Luisa Paglia, così come Mauro Capozzella, già capogruppo in Regione del M5s. Mancherà una «personalità unica, di grande cultura e di speciali capacità didattiche e umane, nonché uno dei massimi esperti del cambiamento climatico», scrive il sindaco nonché ex rettore dell’ateneo di Udine Alberto Felice De Toni, mentre il consigliere regionale Pd Roberto Cosolini, sindaco di Trieste all’epoca della nomina di Fermeglia, ne ricorda «il forte e onesto impegno civile, l’entusiasmo nel dedicarsi allo studio, alla divulgazione e alla formazione dei suoi studenti». Accademico di alt issimo livello, «stimavo e apprezzavo moltissimo la serietà del suo impegno, ma anche il suo stile ironico», rammenta Furio Honsell, già rettore dell’Università di Udine, ex sindaco del capoluogo friulano e oggi consigliere di Open in piazza Oberdan. «Mancherà la persona straordinaria che, nonostante la sua enorme competenza, con un sorriso e una battuta ci invitava a continuare su quel sentiero di impegno civile su cui oggi i suoi passi si sono fermati», scrive il vicepresidente dem del Consiglio regionale Francesco Russo, salutando quell’«amico che sapeva trasmetterti la passione per le cose giuste e fatte bene». Ancora, quella di Fermeglia è stata una «voce autorevole, coraggiosa, sempre pronta a lottare per l’ambiente», così lo ricorda il consigliere regionale del Patto-Civica Massimo Moretuzzo: una figura «competente su moltissimi temi» oltreché appassionato alpinista ed esponente del Wwf, fino al recente, intenso, impegno per la lotta contro la cabinovia, da lui stesso più volte definita «inutile» e «impattante». Lotta che negli ultimi anni l’ha visto sempre presente in manifestazioni, sit-in, convegni e conferenze al fianco di associazioni tra cui il comitato “No ovo” presieduto da William Starc, che ricorda il suo «fondamentale supporto alla nostra causa, con l’approfondimento di tutti gli aspetti più scientifici delle nostre ragioni», «senza mai far pesare il suo passato di uomo di scienza, ma con umiltà, dimostrando anche grandi doti umane».
«Te ne sei andato all’improvviso, in mezzo alla natura che amavi e per la cui difesa hai lottato tutta la vita», scrive Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste e amico di Fermeglia, con cui condivideva l’impegno nella protesta contro la cabinovia: «Continueremo questa lotta anche per te, ma ci mancheranno tantissimo la tua intelligenza, la tua dedizione e i tuoi “vitz”». «Non hai mai trattenuto una parola, mai temuto di esporti», scrive la consigliera regionale del Patto-Civica Giulia Massolino: «Immagino che per tale amante della natura la Val Rosandra sia il posto migliore dove salutare questo pianeta, ma è stato davvero troppo presto».
È un «dolore intimo, personale», infine, quello che coglie lo scienziato triestino Mauro Giacca, già direttore dell’Icgeb, che raggiunto al telefono parla di un Fermeglia «collega brillante e sempre alla ricerca di idee per far avanzare la società». Ma prima ancora di un Maurizio «amico di una vita, compagno di pallavolo e tante altre disavventure: come quelle notti sulla strada, insieme alla guida di quella vecchia Land Rover scomodissima, tremenda, alla quale come tante altre cose Maurizio era affezionato» .—
Ha collaborato
Ugo Salvini