Giovanni Tomasin
La “Scuola di formazione del comparto unico Fvg” si occuperà di formazione e promozione del pubblico impiego, organizzando anche servizi di corso-concorso secondo le esigenze degli enti pubblici del Friuli Venezia Giulia. È l’ambiziosa riforma licenziata ieri dalla competente commissione del Consiglio regionale, dopo la discussione sul ddl 21 presentato dall’assessore alle autonomie locali Pierpaolo Roberti: creando una fondazione controllata dalla Regione per la formazione, il Fvg segue un percorso già imboccato dal Trentino Alto Adige, aggiungendovi però anche l’organizzazione dei concorsi.
Dal 2015 l’associazione dei Comuni della regione dispone di una fondazione, ComPa Fvg, che si occupa di offrire servizi di formazione e accompagnamento agli enti. Dopo l’approvazione della legge, ComPa diventerà una in house regionale. Spiega Roberti: «La Regione entrerà come socio fondatore nella nuova fondazione, che avrà gli stessi compiti di ComPa a cui si aggiungeranno delle missioni ulteriori». La prima a diventare operativa, ha spiegato l’assessore, sarà quella della formazione della polizia locale, che verrà così centralizzata a livello regionale e non dipenderà più dai singoli corpi. Ma l’idea, che Roberti conta di portare a pieno regime nel giro di un anno, è che la fondazione diventi un accompagnamento, di fatto organizzando corsi-concorsi per la formazione e l’assunzione a seconda del fabbisogno degli enti. In questo momento le assunzioni della Pa sono schiacciate da un lato dalle difficoltà di macchina dei Comuni, dall’altra dalla poca attrattività dei concorsi, che finiscono per essere partecipati quasi soltanto da chi è già dentro alla pubblica amministrazione: «Una parte importante sarà quindi la promozione – ha affermato l’assessore –, la fondazione sarà presente ad esempio nelle scuole per rendere note le modalità di accesso e le caratteristiche del pubblico impiego». Il personale e i finanziamenti passeranno immutati da ComPa alla Scuola di formazione (per il triennio in corso sono 4 i milioni stanziati): il Consiglio di amministrazione sarà composto da tre nominati dalla Regione e due rappresentanti dei Comuni.
Il consigliere della Lista Fedriga Mauro Di Bert ha commentato favorevolmente la proposta: «Io proporrei addirittura di togliere che la Regione possa avvalersi facoltativamente dei servizi della fondazione, ma che lo faccia sistematicamente così da creare alte professionalità». Il consigliere del Pd Francesco Martines ha espresso delle perplessità in merito alla struttura della fondazione: «Bisognerà riorganizzare la struttura attuale per rispondere alle vecchie esigenze e alle nuove funzioni». La consigliera Pd Manuela Celotti definisce il ddl «un passo avanti importante, condiviso e partecipato con gli enti». Nel complesso la misura non ha trovato grande opposizione, salvo qualche eccezione. Forti ad esempio le perplessità di Furio Honsell di Open Fvg: «C’è già un perimetro vastissimo di enti che rispondono alla regione, dubito che aggiungendone un altro risolveremo la questione di una funzione fonda mentale per gli enti locali. Stiamo costruendo un involucro gettando il cuore oltre l’ostacolo».
Così la pentastellata del Misto Rosaria Capozzi: «Non mi spiego perché la Regione debba ricorrere a una fondazione per promuovere il pubblico impiego. Questo si fa migliorando la condizione del lavoratore nel concreto, quindi retribuzione, stabilità lavorativa e percorsi di carriera».