Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – Next Generation Ue, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, contiene interventi importanti per la Pubblica amministrazione sull’asse digitalizzazione e innovazione, uno dei tre principali in cui si articola il Pnrr.
L’impegno chiave è quello di cambiare la Pa per favorire l’innovazione e la trasformazione digitale del settore pubblico, dotandola di infrastrutture moderne, interoperabili e sicure. A questo si accompagna l’obiettivo di accelerare, all’interno di un quadro di riforma condiviso, i tempi della giustizia e di favorire la diffusione di piattaforme, servizi digitali e pagamenti elettronici presso le pubbliche amministrazioni e i cittadini.
La realizzazione degli obiettivi di crescita digitale e di modernizzazione della macchina pubblica costituisce una chiave di rilancio del sistema Paese. Questa componente si sostanzia da un lato nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione e nel miglioramento delle competenze digitali del personale della Pa, dall’altro nel rafforzamento e nella riqualificazione del capitale umano nella Pa e in una drastica semplificazione burocratica.
Fondamentale è, inoltre, il passaggio al cloud computing, una delle sfide più importanti per la digitalizzazione del Paese, in quanto costituisce il substrato tecnologico che abilita lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie, senza dimenticare le ricadute sul necessario raggiungimento dell’obiettivo di avere banche dati pienamente interconnesse. Ma in questo quadro particolare valore rivestono pure l’impatto di genere (ad esempio in relazione allo sviluppo della smart working e all’accesso a posizioni dirigenziali) e quello sui giovani (ad esempio in relazione al reclutamento straordinario per l’esecuzione del Pnrr).
Complessivamente il capitolo digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pa beneficia di fondi per 11,45 miliardi. Le tre voci principali riguardano:
- 7,95 miliardi per la digitalizzazione, suddivisi in 5,57 miliardi per la Cittadinanza Digitale, Servizi e Piattaforme Abilitanti, 1,25 miliardi per le Infrastrutture digitali e cyber security, 1,13 miliardi per i Dati e l’interoperabilità;
- 1,5 miliardi per la Modernizzazione della Pa, suddivisi in 720 milioni per PA Competente: rafforzamento e valorizzazione del capitale umano, 480 milioni per la PA semplice e connessa: semplificazione delle procedure e digitalizzazione dei processi, 210 milioni per la PA capace: reclutamento di capitale umano, 100 milioni per la PA Smart: creazione di Poli Territoriali per il reclutamento, la formazione, il coworking e lo smartworking;
- 2 miliardi per l’innovazione organizzativa della Giustizia.
Naturalmente, gli interventi a sostegno di una Pa più digitale ed efficiente toccano, trasversalmente, molti altri settori, dalla sanità alla scuola, dal fisco alla ricerca, dal lavoro alla cultura.
(Fonte Il Giornale dei Comuni)