Tanja Ariis / PALUZZA
Sulla futura viabilità definitiva di Passo Monte Croce Carnico l’assessore regionale Cristina Amirante chiederà in modo formale ai sindaci della Val But, dopo un prossimo incontro di approfondimento con loro, di esprimersi sulle tre ipotesi progettuali: variante esterna al Passo, traforo di quota o traforo di base. Lo ha spiegato lei stessa ieri a Paluzza all’incontro pubblico organizzato dai circoli di Fratelli d’Italia di Paluzza e Tolmezzo col coordinamento Alto Friuli. «Chiederemo – ha aggiunto – lo stesso approccio all’Austria, perché il progetto che si sceglierà sia una decisione che proviene dalle comunità. Se ci vorranno sei mesi in più ce li prenderemo, ma una decisione alla fine andrà presa, per evitare di rinviare la decisione di altri decenni».
Sulla riapertura invece della strada statale 52 bis, nel tratto travolto da una frana che ha chiuso il valico transfrontaliero proprio un anno fa, Amirante ha anticipato che lei e il vicegovernatore della Carinzia, Martin Gruber, nella settimana del 16 dicembre daranno l’annuncio congiunto sulla data e sulle modalità di riapertura della strada oggetto in questi mesi di una messa in sicurezza provvisoria (in attesa appunto di poter realizzare una viabilità futura sicura anche a lungo termine). «Queste due settimane di lavori – ha detto – sono molto importanti per darci l’indicazione esatta delle tempistiche. Ci sono più di trenta persone in cantiere. Una modifica progettuale ha esteso le reti paramassi, aggiungendone di ulteriori». Sulla strada attuale, ha aggiunto Amirante, serviranno poi ulteriori lavori di allungamento delle gallerie paramassi che saranno realizzati evitando nuove chiusure della strada. Sulla viabilità futura invece Amirante ha chiarito né la Regione Fvg né il Land Carinzia hanno già operato una scelta sulle tre alternative progettuali, in attesa di confrontarsi col territorio con cui trovare condivisione e così evitare contrarietà che complicherebbero pure il reperimento dei fondi. «Le fonti di finanziamento si trovano – ha detto Amirante, facendo riferimento anche ai fondi europei – se però le decisioni sono sostenute dal territorio, con cui vogliamo fugare tutti i dubbi».
Per questo ieri per la prima volta sono state presentate pubblicamente le tre alternative progettuali per la futura viabilità definitiva di Passo Monte Croce Carnico: variante esterna del Passo Monte Croce Carnico da Timau, la galleria a quota 1000 metri e il traforo di base. Sono frutto del gruppo di lavoro transfrontaliero tra Regione Fvg e Land Carinzia, sempre in contatto e confronto in questi mesi. Nel 2023 in Fvg, ha indicato Amirante, i turisti in Fvg sono stati 2,9 milioni, di cui 1,6 milioni di stranieri: di essi quasi il 60% sono turisti austriaci e tedeschi. L’assessore ha evidenziato l’importanza del corridoio di comunicazione strategico nel contesto europeo.
Sulla variante esterna al Passo, ha spiegato Amirante, è stata approfondita la soluzione tra il 3° tornante e il Passo tenuto conto delle indicazioni ricevute da Anas: pendenza massima 8% e dimensioni della p iattaforma stradale di 9,5 metri, banchine comprese. È stato anche approfondito l’arrivo in sicurezza al 3° tornante con due alternative: la messa in sicurezza della tratta 2°-3° tornante, la realizzazione di una viabilità alternativa in sponda destra. Sulle ipotesi di traforo sono stati analizzati tutti gli aspetti, compresi vie di fuga e sistemi di ventilazione, normativa anche austriaca, posizione degli imbocchi, costi (di realizzazione ma anche di gestione su 30 anni). Sulle criticità del traforo a quota 1000 m Amirante ha spiegato che varie opzioni presentavano frane attive e alto rischio di caduta massi o di valanghe e quindi si è studiato come ottimizzare il percorso. Dal pubblico (pure da oltreconfine) tanti hanno chiesto la riapertura del Passo per Natale. Sul futuro c’è chi appoggia il traforo e chi invece la variante esterna. C’è chi chiede attenzione alla sorgente del Fontanon se si opta per un traforo, chi teme l’aumento del traffico e chi di essere tagliato fuori dai passaggi turistici, portando l’esempio di Dogna con l’autostrada. E c’è chi evidenzia i vantaggi del traforo.