Cristian Rigo
La tutela per i volontari della Protezione civile e della Croce rossa è legge: ieri alla Camera è arrivato il via libera definitivo e quindi non potranno più essere equiparati a un dirigente o a un datore di lavoro come invece è accaduto due anni fa a Preone quando un volontario è morto durante un intervento e, insieme al sindaco, è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo anche il coordinatore della Protezione Civile. Una situazione che oggi non potrebbe più accadere: il volontario non sarebbe chiamato a rispondere e quindi tutta la responsabilità ricadrebbe sul primo cittadino sulla cui posizione, non a caso, il Governo è intenzionato a intervenire mettendo a punto nuove forme di tutela.
La mobilitazione
Ieri intanto è stata messa in sicurezza, sul fronte delle responsabilità, la figura del volontario. Un passaggio chiesto a gran voce dalla Protezione civile che, dopo la tragedia di Preone e i conseguenti procedimenti giudiziari, si era mobilitata. Prima i gruppi di Pc della Carnia e poi dell’intera regione, in seguito anche a una direttiva dell’Anci, avevano sospeso l’attività. Che oggi, presumibilmente, potrà ripartire a pieno regime e con maggior sicurezza.
La nuova norma
A proporre l’emendamento che ha modificato la norma è stato il senatore della Lega, Marco Dreosto: «È stato chiarito una volta per tutte che i coordinatori e i volontari della Protezione civile, inclusi quelli della Croce rossa, non possono essere equiparati, ai sensi del decreto legislativo 81/2008, ai datori di lavoro o ai dirigenti per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di un passaggio normativo tanto tecnico quanto decisivo, che restituisce coerenza al nostro ordinamento e serenità a chi ogni giorno sceglie di donare il proprio tempo alla comunità. Un impegno che deve essere valorizzato, non ostacolato da responsabilità improprie. Questo emendamento – aggiunge – rappresenta una tutela concreta per migliaia di volontari in tutta Italia e un riconoscimento per un ruolo essenziale e insostituibile».
Il nodo sindaci
Al momento gli unici che saranno chiamati a rispondere, sono i sindaci. «Accanto ai volontari, altrettanto cruciale è il ruolo dei sindaci – evidenzia Dreosto -, primo presidio istituzionale nei territori. Troppo spesso si trovano a gestire emergenze in condizioni normative incerte e con responsabilità sproporzionate. Anche su questo fronte è in corso un lavoro con il Governo per garantire maggiore protezione e strumenti adeguati».
Le regioni
Anche dalle Regioni sarà recapitata una proposta di modifica finalizzata a tutelare la posizione dei primi cittadini come ricordato dall’assessore Riccardo Riccardi: «Il tema è stato affrontato da tutti gli assessori regionali insieme al dipartimento della Pc che hanno trasmesso al presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, una proposta per togliere dal perimento del decreto legislativo 81 tutto il mondo della Protezione civile, sindaci compresi».
L’anniversario
«Nel 2026 – dice Dreosto – ricorrerà il cinquantesimo anniversario del terremoto, ma anche della rinascita del nostro sistema di protezione e prevenzione. Un’occasione non solo commemorativa, ma soprattutto di riflessione e rilancio. Perché la Protezione civile non è un’eredità da conservare, ma una realtà da rafforzare e adattare alle nuove sfide». —
Fonte
Il Messaggero Veneto
