La riunione del Comitato per le emergenze
Giacomina Pellizzari / udine
La messa in sicurezza del fronte franoso deve attendere, l’area è stata sequestrata dalla Procura e i tecnici della Protezione civile non possono accedere. Per farlo devono aspettare il dissequestro. Fino ad allora la zona rossa di Brazzano, dove insistono quattro case e la chiesa, non sarà revocata.
Ieri, la domanda posta dal sindaco di Cormons, Roberto Felcaro, è rimasta senza risposta. Il direttore della Protezione civile, Amedeo Aristei, a Palmanova, nel corso della riunione del Comitato regionale per le emergenze, è stato chiarissimo: «Non possiamo accedere all’area, dobbiamo farlo al dissequestro».
Intanto nelle zone colpite dal maltempo e dalla frana si lavora senza sosta. Ieri 137 volontari a Versa e 47 a Brazzano, affiancati da 12 colleghi giunti dal vicino Veneto, hanno continuato a liberare le case dal fango. Il sindaco di Romans d’Isonzo, Michele Calligaris, è fiducioso: oggi saranno completate le verifiche strutturali all’interno delle abitazioni, un passaggio a cui seguirà la revoca dell’ordinanza per consentire ai 310 abitanti di riprendere possesso delle loro case.
Diversa la situazione a Brazzano, dove i vigili del fuoco, dopo aver analizzato la relazione geologica ricevuta dalla Protezione civile, e in previsione di un nuovo peggioramento delle condizioni meteorologiche, anche se sono previste precipitazioni lievi, hanno chiesto al sindaco di mantenere il divieto fino a sabato mattina. Qui si contano 84 sfollati, tra questi anche i proprietari delle case spazzate via dal fango, a cui la Regione troverà una nuova sistemazione.
Domani visiterà la zona colpita dal maltempo anche il capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabio Ciciliano, per fare il punto della situazione con il presidente, Massimiliano Fedriga, e l’assessore alla Protezione civile, Riccardo Riccardi: «Insieme – ha spiegato l’assessore – definiremo tutti gli elementi necessari affinché la Regione possa formalizzare la richiesta di stato di calamità nazionale». L’obiettivo è risarcire i privati dei danni subiti. Nelle prossime ore, attraverso la modulistica sperimentata, in primis, dopo la grandinata di Mortegliano, prenderà il via anche la conta.
«L’assessore Bini – ha riferito Riccardi – ha chiesto di far inserire nell’ordinanza nazionale la sospensione dei mutui da parte delle aziende colpite in un’area che ha una forte vocazione economica».
A Brazzano, dove si piangono le due vittime, Quirin Kuhnert e Guerrina Skoca, 32 e 83 anni, spaventa la lingua di fango scesa dalla collina. «I vigili del fuoco – ha spiegato il sindaco – ci hanno consigliato di rinviare la revoca dell’ordinanza a dopo il passaggio del nuovo fronte instabile, per capire come si comporterà la frana». Se, come ha spiegato il previsore dell’Osmer-Arpa, Arturo Pucillo, le precipitazioni non saranno intense, sabato anche a Brazzano gli abitanti fuori dalla zona rossa rientreranno nelle loro case.
Le verifiche alle abitazioni proseguono senza sosta anche se a Versa alcuni proprietari di alloggi sfitti e seconde case non si sono ancora fatti trovare. Permangono alcuni problemi lungo la viabilità: 10 i punti critici censiti dalla Direzione infrastrutture e illustrati dalla direttrice, Magda Uliana. Si lavora anche per definire come veicolare le allerte alla popolazione nel caso di altre emergenze: non è escluso l’utilizzo di segnalatori acustici.
Urgente anche la pulizia degli alvei dei fiumi esondati. Nelle zone colpite solo ieri hanno operato 220 volontari della Protezione civile, 800 negli ultimi tre giorni. E ieri sera sono scese in campo, al fianco delle forze dell’ordine, anche cinque squadre anti sciacallaggio composte da volontari delle Associazioni d’Arma. «Siamo a disposizione dell’autorità giudiziaria, il problema è capire i tempi di sequestro dell’area perché è evidente che bisognerà mettere in sicurezza il versante» ha spiegato Riccardi, nel garantire che sarà adottato qualsiasi strumento in grado di garantire il superamento dell’attuale livello di sicurezza.
«Il sistema di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia ha sempre dimostrato di essere alla velocità del passo offerto dalla tecnologia. Dobbiamo interrogarci sulle ragioni della tenuta delle attuali infrastrutture in ordine a fenomeni che sono completamente diversi rispetto al passato» ha ribadito l’assessore, non senza ricordare che la Regione ha investito molti milioni di euro per mettere in sicurezza il territorio. —
Fonte Il Messaggero Veneto
