Solo sanzioni per sindaci e volontari
Cristian Rigo / udine
Sanzioni ad hoc per i volontari. Stabilito che non si può considerare i volontari della Protezione civile alla stregua di un datore di lavoro, nei prossimi giorni il governo si appresta a presentare un emendamento che introduce un apposito apparato sanzionatorio nel caso in cui chi sta operando per proteggere l’ambiente e le persone da calamità naturali o per far fronte ad altre emergenze non rispetti le indicazioni del testo unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro.
La regia di Ciriani
Un ulteriore passo avanti nel percorso avviato a più livelli dalla politica per tutelare le migliaia di persone che mettono il proprio tempo a disposizione della comunità impegnandosi come volontari nella Protezione civile, nella Croce rossa, nel Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e nei vigili del fuoco. A coordinare i lavori per la stesura dell’emendamento, che è all’esame del Mef per la copertura economica e che sarà presentato nella decima commissione del Senato direttamente dal governo o dalla relatrice Paola Mancini di FdI, è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che fin dall’inizio si è attivato per evitare il ripetersi di situazioni simili a quelle che si sono verificate a Preone.
Il caso Preone
La necessità di ampliare le tutele normative è maturata dopo il rinvio a giudizio, la scorsa primavera, del sindaco di Preone Andrea Martinis e del capogruppo di Protezione civile Renato Valent, indagati per omicidio colposo e per aver disatteso gli obblighi previsti dalla norma sui datori di lavoro dopo la morte del volontario Giuseppe De Paoli, travolto nel luglio 2023 da una ceppaia, in un bosco a Verzegnis, mentre era impegnato nella rimozione di alcuni alberi caduti per il maltempo. Sindaci e coordinatori erano infatti considerati alla stregua di un datore di lavoro sul fronte delle responsabilità. Da qui la necessità di intervenire modificando il quadro normativo.
La protesta
Dopo il rinvio a giudizio a carico di Martinis e Valent, volontari e sindaci hanno messo in atto una protesta unica nel suo genere. Prima i gruppi di Pc della Carnia e poi dell’intera regione, in seguito anche a una direttiva dell’Anci, avevano sospeso l’attività. Attività che poi è, almeno parzialmente e solo in alcuni comuni, ripresa nel momento in cui sono arrivate le prime, ancorché limitate, tutele.
Le Regioni
Una prima risposta alle istanze della Pc è arrivata dalla Regione che ha garantito la copertura assicurativa ai volontari, ma l’assessore alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, insieme al presidente Massimiliano Fedriga, puntavano a mettere in sicurezza l’intero apparato della Pc, compresi i sindaci e i dirigenti. Obiettivo condiviso dalla Conferenza delle regioni che ha presentato al governo una proposta in parte accolta con il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri.
Colpa grave
Il disegno di legge per gli operatori della Protezione civile messo a punto dal governo, ancora in attesa di essere votato dal Parlamento, modificherà il Codice penale, introducendo il concetto di punibilità «solo per colpa grave» nelle attività di gestione e superamento delle emergenze. Sindaci e coordinatori quindi saranno più tutelati. In precedenza il Parlamento aveva già introdotto una forma di tutela per i volontari con l’emendamento del senatore della Lega, Marco Dreosto.
Le sanzioni
A completare il quadro sarà l’ultimo emendamento frutto del confronto con le Regioni di cui si è fatto carico il ministro Ciriani. Nel testo si ipotizza che, nel caso di violazione degli obblighi di informazione, formazione, fornitura dei dispositivi di protezione individuale e di sorveglianza sanitaria, il legale rappresentante delle organizzazioni di volontariato della protezione civile, sia punito con l’interdizione dall’esercizio delle attività di Pc da 6 mesi a 2 anni. Inoltre, laddove il rappresentante legale sia il sindaco di un Comune, allo stesso si applica esclusivamente la sanzione amministrativa da 100 a mille euro. Per il volontario, anche con funzioni di coordinamento, l’interdizione va da 1 a 6 mesi.
Fonte Il Messaggero Veneto
