La decisione nel Consiglio direttivo di ANCI FVG che ha incontrato l’Assessore regionale Roberti
Un confronto settimanale per permettere ai Sindaci della nostra Regione di affrontare al meglio l’ennesima prova a cui sono chiamati: l’accoglienza degli sfollati ucraini.
È quanto ha chiesto e ottenuto l’Anci del Friuli Venezia Giulia dalla Regione durante l’ultimo direttivo istituito proprio per sbrogliare la massa di difficoltà, perlopiù burocratiche, che i primi cittadini stanno vivendo quotidianamente.
All’incontro ha partecipato anche l’Assessore regionale agli Enti Locali Pierpaolo Roberti che, dopo aver ascoltato a lungo le difficoltà manifestate degli Amministratori, ha garantito massima disponibilità per istituire un tavolo tecnico settimanale che, all’occorrenza, potrà vedere anche la partecipazione di altri rappresentanti della giunta Fedriga.
La cabina di regia per l’accoglienza dei profughi ucraini, infatti, è al lavoro incessantemente ormai da quasi due settimane e in prima linea vede ancora una volta i Sindaci. In circa dieci giorni, infatti, i transiti di cittadini ucraini in fuga dalla guerra nella nostra Regione ha visto coinvolte 24 mila persone, di queste oltre 1.400 hanno deciso di restare in Friuli Venezia Giulia e i numeri potrebbero aumentare rapidamente nelle prossime settimane. Se le Prefetture coordinano le operazioni di prima accoglienza, a gestire quotidianamente l’emergenza profughi sono i sindaci, chiamati ancora una volta a contribuire attivamente alla gestione di una nuova difficoltà che va ad aggiungersi a quella della pandemia sanitaria ancora in corso e alla tenuta dei bilanci fortemente minacciata dai rincari energetici.
Un percorso già complesso che necessita, a parere dei sindaci, di una semplificazione delle convenzioni proposte dalle prefetture, pensate per i profughi della rotta balcanica e non per questa nuova emergenza. I Sindaci, infatti, si ritrovano a dover gestire ricongiungimenti familiari, la ricerca di alloggi, l’emergenza sanitaria ed infine la gestione dei fondi per garantire un’accoglienza che possa definirsi tale, senza mettere in pericolo i bilanci comunali viste le lunghe attese di rimborso da parte del Governo. A questo si aggiunge l’assistenza dei minori non accompagnati, la necessità dei bambini ucraini di seguire le lezioni via Dad o, per quelli più grandi, di essere inseriti in nuovi contesti con l’aiuto di mediatori culturali.
«Rispetto all’arrivo di migranti della rotta balcanica – ha commentato il Presidente Dorino Favot – dobbiamo fronteggiare l’arrivo di nonne, mamme e bambini che hanno necessità completamente differenti.
Lo slancio di generosità da parte di alcuni cittadini, in molti casi parenti o amici, per offrire un luogo sicuro alle famiglie scappate dalla guerra si sta esaurendo e i Comuni sono il luogo in cui residenti e profughi si rivolgono per avere una mano concreta: posti letto, dispense fornite, eventuali aiuti per affrontare bollette più salate se il numero degli occupanti in casa è raddoppiato.
Con questo tavolo tecnico speriamo di poter snellire la parte burocratica e poter dare risposte rapide».