Cavasso nuovo: Romanin si è dimesso ma prima revoca le deleghe a 2 assessori

Giulia Sacchi / Cavasso nuovo

Prima toglie le deleghe a due assessori, poi si dimette: è quanto ha fatto Silvano Romanin, sindaco di Cavasso Nuovo, Comune che, un anno dopo la caduta della giunta, torna a salire agli onori delle cronache per questioni amministrative. A gennaio 2023, infatti, sette consiglieri dell’esecutivo guidato anche allora da Romanin si sono dimessi (erano in carica dal 2019). In aprile si è andati al voto, con la rielezione di Romanin.

Dopo nove mesi, si è punto e a capo: stavolta, però, almeno da quanto si apprende dagli atti, è il sindaco, che per ora ha preferito non rilasciare dichiarazioni sulle proprie dimissioni, a mostrare mancanza di fiducia nei confronti di alcuni componenti della sua squadra. Due sono i decreti di revoca della nomina di assessore firmati da Romanin il 4 gennaio: uno nei confronti di Luigi Serena, con deleghe a lavori pubblici, manutenzioni, urbanistica e patrimonio, l’altro verso Hander Luraschi, con referato al bilancio. Due provvedimenti anticipati da Romanin agli interessati già il 29 dicembre, il giorno dopo la seduta di consiglio comunale alla quale i due ex assessori non si sono presentati, nonostante dovessero essere affrontati argomenti di loro competenza, tra cui il bilancio di previsione.

Nel decreto di revoca che riguarda Serena, si sottolinea, oltre «all’ingiustificata assenza» all’assemblea civica di fine anno, che «l’impegno in generale a beneficio del mandato elettorale è stato per lo più limitato a mezza giornata la settimana, di conseguenza non sono state avviate attività progettuali previste».

Nel decreto che interessa Luraschi, si sottolineano «reiterate e ingiustificate assenze ai consigli e inadempienze riguardanti l’incarico. L’assessore è risultato assente a tre sedute consiliari su sei, oltre ad altre riunioni di giunta, tra cui quella in cui si doveva discutere una variazione urgente di bilancio».

Su entrambi i documenti, Romanin sottolinea che «tutto ciò rappresenta una divergenza inconciliabile tra sindaco e assessori e una compromissione della coesione necessaria a perseguire il programma del mandato elettorale. Pertanto, è venuto meno il relativo rapporto fiduciario nel perseguire gli obiettivi programmatici, che non è, però, riferito alle qualità personali degli interessati».

Da capire, quindi, cosa accadrà nelle prossime settimane e quali saranno le mosse a livello anche politico.

Fonte Il Messaggero Veneto