Via libera ai centri estivi in Friuli Venezia Giulia da mercoledì 3 giugno. Le linee guida per i bambini di età superiore ai 3 anni, concertate tra il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, e l’assessore regionale alla Famiglia, Alessia Rosolen, sono state approvate dalla Giunta regionale e verranno ora sottoposte all’Istituto superiore di sanità per ottenere il via libera definitivo.
“Le linee guida per la riapertura dei centri estivi rappresentano un lavoro importante frutto della collaborazione fra le diverse direzioni regionali, istruzione, sanità e il coinvolgimento della direzione della Protezione Civile del Fvg. Il documento ora andrà in approvazione all’Istituto superiore di sanità” ha spiegato Riccardi evidenziando anche l’importante ruolo svolto dall’assessore Rosolen nell’ascolto dei Comuni per andare incontro alle esigenze delle famiglie.
“Ora che il quadro normativo di riferimento nazionale è stato definito, il riavvio dei servizi educativi, dei quali i centri estivi sono una parte importante, rappresenta un passaggio fondamentale per la Fase 2 della gestione dell’emergenza Coronavirus – ha precisato Riccardi -. Con la ripresa delle attività lavorative le famiglie devono infatti poter contare su questi servizi, anche in considerazione della necessità di continuare ad adottare comportamenti che riducono il rischio di un contagio per le persone anziane, come i nonni ai quali in assenza di alternative vengono spesso affidati i bambini”.
“Le linee guida e i protocolli di sicurezza stabiliti dalla Regione – ha evidenziato Rosolen – tra le varie cose, fissano le distanze interpersonali, il ricorso ai dispositivi di protezione e il numero di massimo di bambini presenti nelle strutture. In questi documenti viene posta grande attenzione alla formazione degli educatori sull’utilizzo dei dpi, ma allo stesso tempo verranno sensibilizzate le famiglie sull’adozione di comportamenti corretti, di modo da evitare che nuovi focolai di Covid-19 possano svilupparsi nelle strutture rivolte ai minori e poi diffondersi”.
Il vicegovernatore ha rimarcato anche il ruolo della Protezione Civile regionale “che fornirà materiali di supporto per la formazione specifica per gli operatori relativamente alle misure di prevenzione e contenimento della diffusione del Covid-19 e i dispositivi di protezione individuale necessari”.
Per Rosolen “era urgente e non più procrastinabile procedere all’approvazione di linee guida regionali per la riapertura delle attività educative, ludico e ricreative per minori che contengano le misure di sicurezza e gli accorgimenti messi in campo per prevenire e arginare la diffusione del Covid-19”. Sul punto l’assessore alla Famiglia ha ricordato come non “potevamo prescindere dal Governo nazionale, ma in queste settimane abbiamo lavorato per ipotizzare un ripristino dei servizi non appena Roma ci avesse concesso la possibilità di riprendere le attività. Verranno messe a disposizione sul sito internet regionale lo schema di progetto, di patto di corresponsabilità con gli utenti e eventuali ulteriori indicazioni operative e documentazioni tecniche necessarie a facilitare l’uniformità e la celerità dei processi di approvazione e avvio delle attività”.
Come ha stabilito l’ordinanza del presidente della Regione del 17 maggio scorso, a partire dal 3 giugno prossimo, sarà consentito lo svolgimento di attività diurne ludiche, ricreative ed educative, a favore di minori di età superiore ai 3 anni al chiuso o all’aria aperta nel periodo estivo, promosse da soggetti gestori pubblici, del privato sociale, privati e associazioni sportive dilettantistiche.
“Le linee guida nazionali – ha puntualizzato Rosolen – sono particolarmente rigide e restrittive nei confronti delle attività ammissibili per i bambini della fascia d’età 0-3 anni. In ragione della specialità della nostra Regione e, soprattutto, della convinzione di essere chiamati a rispondere alle esigenze delle famiglie che hanno bambini piccoli, stiamo ora predisponendo specifiche linee guida per la realizzazione di progetti sperimentali e innovativi per la prima infanzia da sottoporre al Comitato tecnico scientifico nazionale. Per i bambini della fascia 0-3, il Governo ha posto una serie di condizioni che amplifica le difficoltà sia sotto il profilo del rispetto dei protocolli sanitari che dei costi sostenuti dagli enti gestori. E’ previsto, infatti, dal Governo che per ogni bambino ci sia un educatore dedicato. Avevamo due ipotesi: temporeggiare in attesa di Roma o proporre soluzioni per sbloccare la situazione. La palla passa a Roma per gli 0-3. Noi siamo autonomi, virtuosi e, soprattutto, vogliamo dare risposte”.
Rosolen e Riccardi hanno infine ricordato come i fondi nazionali arrivano direttamente dal Governo centrale alle amministrazioni comunali, cui spetta il compito di autorizzare i progetti d’intesa con le aziende sanitarie.
ARC/LP/al
(Fonte www.regione.fvg.it)