Alessandra Ceschia / osoppo
Nuovo corso, con obiettivi ambiziosi per la Comunità collinare che comprende 15 Comuni e che, di recente, ha rinnovato i suoi vertici. Luigino Bottoni, riconfermato presidente, traccia un bilancio dell’attività svolta e rivela i progetti.
Da consorzio volontario a ente locale, presidente, la Comunità collinare intende procedere nel solco della continuità confermando i suoi vertici.
«Si è da poco concluso il primo mandato del comitato esecutivo della Comunità Collinare presieduto da Luigino Bottoni, assieme a Daniele Chiarvesio vicepresidente, Giambattista Turridano, Roberto Pirrò e Luca Violino, componenti. Nel 2020 la Comunità Collinare è diventata ente locale, trasformandosi così da consorzio volontario come previsto dalla LR 21 del 2019. Questo ha dato una grande spinta all’ente che il nuovo comitato esecutivo, composto da tutti gli uscenti e con l’aggiunta dei componenti Marco Chiapolino e Gaia Papinutto intende sviluppare ulteriormente.
Qual è il progetto più ambizioso che avete realizzato?
«Il progetto più innovativo nel campo della sostenibilità si chiama Recocer, nato da un finanziamento regionale di 5.400.000 euro per la costituzione delle comunità energetiche nel nostro territorio ed è uno dei più importanti e avanzati sul tema in Italia, riconosciuto tale anche fuori regione. Di conseguenza il nostro territorio si propone come territorio green e parte da questa premessa per sviluppare la promozione turistica».
In che modo?
«Si procede su due linee: la prima valorizza la ciclabilità e il turismo lento come forma ideale per vivere le nostre bellezze ambientali, a tal proposito stiamo sviluppando tratti ciclabili intercomunali per circa 10.000.000 di euro di investimenti, e la seconda valorizza la cultura come veicolo di promozione turistica, musei, castelli, biblioteche, architettura militare sono un compendio ideale per invogliare il turista a farci visita, e su questo tema abbiamo appena ricevuto 4.500.000 di euro di finanziamento regionale sui progetti di valenza sovracomunale per metterci in rete. Il tutto all’interno di percorsi enogastronomici di grande interesse il cui simbolo è ovviamente il prosciutto di San Daniele».
Quali sono i servizi offerti ai Comuni?
«La Collinare svolge numerosi servizi unici associati per i Comuni aderenti, ma anche per quelli esterni che ne fanno richiesta, ricordo l’ufficio del personale, il Suap, l’ufficio tributi, il canile comprensoriale che presto si arricchirà anche di un gattile, il servizio cartografico, la cultura associata che ha, tra le altre, riscosso un grosso successo con la rassegna artistica diffusa Collinarte, il turismo associato; l’ultimo nato è l’ufficio unico opere pubbliche e espropri che si occuperà delle opere pubbliche presenti nei piani triennali dei comuni aderenti e che vuole dare un servizio comprensoriale in uno dei settori che ultimamente hanno più penalizzato i Comuni, le carenze di personale negli uffici tecnici. Insomma, cerchiamo di dare seguito allo spirito innovatore dei padri fondatori, Tita Matus e Giovanni Melchior che 57 anni fa con lungimiranza hanno visto che lavorare insieme è la forza di un territorio e per noi lo è stata e lo è tuttora veramente».
Una macchina operativa che richiede personale.
«Lavorare insieme ci ha permesso di avere ora una struttura con oltre 40 dipendenti, una decina di collaboratori stabili, una sede prestigiosissima, il castello di Colloredo, che quest’anno per la prima volta parteciperà alle giornate di Castelli aperti promosse dal Consorzio Castelli Fvg, servizi che sono attrattivi anche per i comuni contermini e ancora tanti progetti nel cassetto che ci consentiranno ulteriore sviluppo. L’assemblea dei sindaci della Comunità collinare è diventata anche il luogo dove vengono affrontate politicamente le battaglie del territorio: la salvaguardia del fiume Tagliamento, il sostegno all’ospedale di San Daniele, tanto per citare due spunti di attualità». —