«Aspettiamo la fine dell'iter»
Alessandro Cesare / UDINE
Lo considerano un primo passo, fatto nella direzione giusta, ma non ancora sufficiente a riprendere la piena operatività. I sindaci della Carnia che ieri hanno affollato il tribunale di Udine in segno di vicinanza al primo cittadino di Preone, Andrea Martinis, e al coordinatore della squadra comunale di Pc, Renato Valent, hanno accolto con favore l’emendamento “salva” Protezione civile approvato mercoledì in Senato. Ma attendono la fine dell’iter per sospendere il blocco delle attività. Entro il mese di gennaio 2026 il testo dovrà ricevere il via libera anche dalla Camera per diventare legge.
un iter lungo
«È certamente un passo in avanti importante – ha detto Lino Not, sindaco di Ovaro – era da tempo che sollecitavamo una misura di questo genere, tenendo bloccate tutte le attività delle squadre di Protezione civile del territorio della Carnia. La norma approvata al Senato l’abbiamo letta solo sugli organi di stampa, quindi aspettiamo di poterne visionare il contenuto per esprimerci. Il percorso per giungere al via libera definitivo è ancora piuttosto lungo: valuteremo solo alla fine se tutte le nostre esigenze saranno state recepite. In questa fase crediamo debba essere ancora un momento di interlocuzione. Per questo l’attività delle squadre comunali non riprenderà».
nodo retroattività
L’interrogativo a cui i sindaci della Carnia stanno tentando di rispondere è se la norma, una volta diventata legge, potrà essere impiegata retroattivamente anche al caso che sta coinvolgendo il sindaco di Preone e il coordinatore del gruppo comunale, a processo con l’accusa di omicidio colposo. Molto dipenderà da come la norma sarà scritta nella sua versione definitiva. «L’emendamento ci soddisfa per l’ottimo lavoro fatto dai nostri parlamentari e rappresentanti regionali – ha commentato Michele Benedetti, primo cittadino di Ampezzo –. Vogliamo attendere l’approvazione alla Camera, ma certamente è un punto di partenza per far sì che il lavoro dei volontari possa riprendere. Valuteremo come comportarci al termine dell’iter». «Il primo via libera lo aspettavamo da un bel po’ – è il pensiero del sindaco di Forni di Sopra, Iginio Coradazzi –. Continuiamo a manifestare vicinanza al nostro collega rinviato a giudizio: l’auspicio è che la legge di tutela di volontari e sindaci possa trovare quanto prima l’approvazione definitiva».
i contenuti del provvedimento
Nell’emendamento passato al Senato, che integra il disegno di legge Sicurezza sul lavoro, viene specificato che i coordinatori e i legali rappresentanti della Protezione civile non saranno più equiparabili ai datori di lavoro. In caso di incidenti, quindi, non rischieranno più di subire conseguenze penali. In particolare, nel testo si precisa come i rappresentanti legali dei gruppi comunali di Pc e i volontari, compresi quelli con funzioni di coordinamento, «non possono essere equiparati al datore di lavoro, al dirigente o al preposto». Nel caso di violazioni accertate rispetto agli obblighi della sicurezza, «il rappresentante legale è punito con l’interdizione dall’esercizio delle attività di Protezione civile da 6 mesi a 2 anni. Se la violazione è commessa dal rappresentante legale dell’organizzazione di volontariato che sia anche il sindaco di un Comune, si applica esclusivamente la sanzione da 100 a 1.000 euro. Il volontario anche con funzioni di coordinamento è punito con la sanzione dell’interdizione dalle attività da 1 a 6 mesi».
Fonte Il Messaggero Veneto
