Fabiano Filippin
Su un migliaio di nuovi residenti registrati nella fascia alpina del Friuli Venezia Giulia, quasi 800 sono andati ad abitare nelle Terre alte del Pordenonese. «Una svolta rispetto allo spopolamento di massa degli ultimi decenni è ormai chiara anche se ciò non significa che la battaglia sia vinta, anzi» ha commentato il presidente della Magnifica comunità montana delle Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio Dino Salatin.
Il focus
Il dato di controtendenza è emerso a Frisanco in occasione della presentazione del “Rapporto Italia 2025” dell’Unione Comuni e Enti Montani: i vertici nazionali e regionali dell’Uncem rappresentati da Marco Buzzone e Ivan Buzzi si sono infatti riuniti in Val Colvera per spiegare come le zone più periferiche del Paese stiano a poco a poco cambiando. Un progressivo – seppur disomogeneo – ripopolamento che Uncem definisce nel suo rapporto “la stagione del risveglio”, iniziata dopo la pandemia.
Qui Frisanco
A fare gli onori di casa il sindaco di Frisanco e componente del direttivo della Magnifica Sandro Rovedo che proprio nella sua vallata da anni sta assistendo ad una netta inversione di tendenza. «Sono sempre tante le giovani coppie ma anche le famiglie che si informano sulla possibilità di acquistare casa nelle nostre borgate, ritenute un piccolo paradiso di serenità rispetto alla città» ha detto Rovedo. Insieme a Salatin e al presidente della Comunità delle Prealpi friulane orientali e sindaco di Clauzetto Giuliano Cescutti è stato posto l’accento sulla necessità di fare squadra con la pianura. In questo senso è stata citata Pordenone Capitale della cultura, con iniziative “sulla montagna” ma anche “in montagna”.
L’analisi
A cambiare, negli anni, non sono stati solo i numeri, finalmente in positivo. Se tra il 2009 e il 2013 le comunità territoriali sono state investite da un flusso di immigrazione di popolazione straniera, un apporto sceso significativamente tra il 2014 e il 2018, dopo la pandemia il saldo tra ingressi è uscite diventa positivo, con un’ulteriore riduzione della componente straniera. A trainare la svolta è la popolazione italiana.
I dati
Tra il 2019 e il 2023, spiega Uncem, il saldo migratorio in Friuli Venezia Giulia è stato del +19,2 per mille. Ma sono ben più alti, tra il 25 e il 40 per mille, i numeri delle Comunità di montagna della Destra Tagliamento: per quanto riguarda l’area pordenonese sono state prese in esame le comunità Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio (suddivisa in 1, con i Comuni di Andreis, Barcis, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Frisanco, Tramonti di Sopra e di Sotto, e 2 con Aviano, Budoia e Polcenigo) e Prealpi friulane orientali. La montagna pordenonese si posiziona bene, rispetto alle analoghe realtà regionali, anche per quanto riguarda il mondo del lavoro, con il 42 per cento di popolazione occupata. Nella Magnifica spiccano le imprese cooperative (2,4 per cento del totale) mentre le Prealpi si posizionano sul podio dei territori con maggiori imprese artigiane. La filiera agricola nell’insieme dei due territori porta un valore aggiunto di 40 milioni di euro. Spicca, rispetto al resto della regione, l’incidenza della filiera turistica nell’Avianese. Il Pil totale delle due comunità è, rispettivamente, di 386 milioni di euro per la Magnifica e di 707 per le Prealpi.
Il commento
«Abbiamo mostrato come i dati, che meritano tanti approfondimenti – ha commentato Marco Bussone, presidente nazionale Uncem – ribaltano la narrazione classica della sfortuna, del margine, dei sindaci-eroi, della questua per finanziamenti, della marginalità e anche dell’interno rispetto a qualcosa di più interno. I cambiamenti climatici riposizionano la montagna e le danno nuova luce. Dobbiamo organizzare visioni e strategie, ma con la Strategia delle Green Community siamo sulla strada giusta». —
Fonte
Il Messaggero Veneto
