Niente unioni ma pochi servizi

Il Friuli Venezia Giulia è una delle Regioni con la percentuale più bassa di referendum approvati per la fusione di due o più Comuni

Cristian Rigo / udine
 
In Friuli Venezia Giulia i Comuni con meno di 5 mila residenti sono il 71% (153 su 215) ma, tutti insieme, ospitano soltanto il 22,5% degli abitanti, circa 269 mila persone.
 
In molti casi i pochi abitanti si traducono in poche risorse e personale ridotto all’osso. Difficile, se non addirittura «impossibile», per molti Sindaci andare avanti così. Tanto che da anni si parla di unire le forze con alleanze e fusioni, ma quando poi si tratta di passare dalle parole ai fatti a prevalere è spesso la logica del campanile o dell’identità locale. E i cittadini dicono no. Secondo un’elaborazione della fondazione Think Tank Nord Est, il Friuli Venezia Giulia è, non a caso, una delle regioni con la percentuale più bassa di referendum approvati per la fusione di due o più Comuni: soltanto 5 su 17, il 29%. E, in alcuni casi, come è capitato a Drenchia e Grimacco l’iter viene stoppato senza nemmeno arrivare al referendum.
 
L’ultimo stop
 
Il tentativo dei sindaci di Drenchia (60 residenti effettivi, su un totale di 89) e Grimacco (301 abitanti) di unire i due municipi è fallito per il voto espresso dall’assemblea civica di Grimacco, dove sulla specifica delibera per avviare il processo di fusione ci sono stati solo quattro favorevoli con quattro Amministratori (due dei quali in forza alla maggioranza) contrari e due astenuti. A Drenchia il via libera al progetto di unione con la municipalità confinante era passato a filo (con tre voti favorevoli e quattro astensioni), ma lo stop nel Comune vicino ha stroncato sul nascere un progetto che avrebbe potuto fare da apripista tanto nelle Valli del Natisone quanto fra le municipalità inserite nell’ambito di tutela della minoranza linguistica slovena.
 
I precedenti
 
L’anno nero delle fusioni è sicuramente il 2016 quando l’esito dei referendum popolari promossi dalla Regione è stato impietoso. A giugno i cittadini avevano bocciato l’ipotesi di accorpamento tra Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano, quella tra Tramonti di Sopra e di Sotto e quella tra Codroipo e Camino al Tagliamento ripetendosi, a novembre, sulla possibile unione tra Manzano e San Giovanni al Natisone. Nel caso di Gemona e Montenars i residenti del primo Comune si erano espressi favorevolmente, ma nel secondo il 68,6% dei votanti si era espresso negativamente. Anche in quel caso quindi niente fusione che, nelle intenzioni dell’allora Assessore alle Autonomie locali della Regione Friuli Venezia Giulia, Paolo Panontin avrebbero potuto portare risparmi economici e garantire maggiori servizi ai cittadini.
 
C’è chi dice sì
 
Non tutti però hanno detto no. In alcuni casi la fusione è diventata realtà. Gli abitanti di Rivignano e Teor si sono detti di sì nel 2012 per convolare a nozze il primo gennaio 2014. Il comune di Fiumicello Villa Vicentina che conta 6.266 abitanti è stato istituito nel 2018 come il comune carnico di Treppo Ligosullo (655) che è diventato realtà nonostante a Ligosullo avesse prevalso il no (53,26%). Il legame tra Valvasone e Arzene è diventato ufficiale nel 2015. —