Lavoro al femminile: obiettivo parità

Per lavoro e imprenditoria al femminile il 2023 è l’anno del definitivo cambio di passo in Friuli Venezia Giulia. L’occupazione è in salute, con un sensibile incremento rispetto al 2019, ultimo anno prima del terremoto pandemico. Cala il gap salariale tra uomini e donne, inoltre si consolida il numero di imprese femminili (quelle in cui la partecipazione di genere supera il 50%, considerando quote e incarichi attribuiti) tanto che le province di Trieste e Gorizia sono sopra la media italiana. E a far ben sperare, in prospettiva, è il potenziamento degli strumenti a disposizione per supportare imprenditoria e occupazione che coinvolgono operativamente enti camerali e Regione.

IL COMITATO

L’ultima risorsa, in ordine di tempo, è il Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio Venezia Giulia che è stato costituito negli scorsi giorni e ha lo scopo di promuovere e sostenere la crescita imprenditoriale delle donne. «Il sistema camerale è impegnato a supporto dell’imprenditoria femminile e Unioncamere, in base alle linee di azione del Pnrr, avrà una parte attiva nella certificazione della parità di genere nelle Pmi e nella gestione di bandi di finanziamento – afferma il presidente della Cciaa Venezia Giulia, Antonio Paoletti –. Avrà il pieno supporto della nostra Camera di commercio e il sostegno all’organizzazione di appuntamenti di approfondimento e dibattito per promuovere le opportunità a disposizione delle imprese femminili». Nella prima riunione il comitato ha eletto presidente la triestina Cristina Rovis, del settore commercio, e vicepresidente la goriziana Maria Tami, del settore artigiano. Rovis ha sottolineato «la necessità di impegnarsi per avviare una collaborazione che possa migliorare i vari ambiti» mentre il segretario generale, Pierluigi Medeot, ha evidenziato l’importanza di «un dialogo continuo tra comitato e sistema camerale che comprende al suo interno anche il Confidi, per verificare azioni e progettualità messe in campo per l’imprenditoria femminile».

LA CERTIFICAZIONE

Tra i nuovi strumenti a disposizione grazie al Pnrr spicca la Certificazione della parità di genere nelle Pmi e Unioncamere sarà il braccio operativo. «Le piccole e medie imprese che otterranno la certificazione potranno ottenere sgravi previdenziali e punteggi più alti nelle gare – spiega la vicesegretaria generale di Unioncamere, Tiziana Pompei –. I fondi consentiranno di finanziare l’attività di consulenza necessaria per avviare la certificazione e i bandi sono in uscita in questi giorni. Organizzeremo eventi per far conoscere questa opportunità. Lo strumento si aggiungerà alle risorse previste nell’ambito del Fondo impresa donna e i comitati camerali hanno un ruolo fondamentale nell’attività di informazione e formazione». La certificazione si ottiene se l’impresa soddisfa una serie di parametri indicativi del rispetto della parità di genere, dall’opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda all’equità remunerativa, dalla tutela della genitorialità alla conciliazione vita-lavoro.

22 MILA IMPRESE

In Friuli Venezia Giulia ci sono 22 mila imprese femminili (esattamente 21.988, dato aggiornato al 30 giugno) «il tasso di femminilizzazione, cioè il rapporto tra imprese femminili e imprese totali, per le province di Trieste e Gorizia è maggiore rispetto a quello nazionale a dimostrazione di una vivacità imprenditoriale “rosa”» precisa Pompei. In provincia di Trieste il 22,37 % del totale delle imprese sono femminili, in provincia di Gorizia il 22,98%. Le province di Udine e Pordenone si attestano rispettivamente su 22,66% e 21,78%. La media nazionale è 22,21%. Il maggior numero di imprese al femminile nel territorio della Venezia Giulia si registra nel settore del commercio (858 attività in provincia di Trieste, 552 in quella di Gorizia). Il secondo settore per numero di imprese è quello dei servizi di alloggio e ristorazione (574 nell’area triestina, 348 in quella goriziana).

IL TREND DELLE ASSUNZIONI

Se dal mondo dell’imprenditoria femminile arrivano indicazioni che fanno ben sperare, anche per quanto riguarda l’occupazione i dati sono incoraggianti, come rimarca l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen: «Rispetto al 2019 l’occupazione femminile è in crescita e si è ridotto il gap con gli uomini per quanto riguarda le retribuzioni, il tutto per effetto anche delle politiche regionali, come gli incentivi alle imprese per le assunzioni che possono arrivare fino a 9 mila euro. Cerchiamo di dare un aiuto in particolare alle mamme con figli di età inferiore ai 5 anni e ai nuclei monoparentali. Supportiamo l’imprenditoria femminile attraverso i contributi alle camere di commercio e i bandi europei. Poi c’è tutto il lavoro sulla conciliazione, sulle società benefit e che coinvolge anche la fondazione svizzera Equal Salary».

IL DIVARIO RETRIBUTIVO

I dati parziali del 2023 mostrano che il divario retributivo tra uomini e donne nella nostra regione è sceso al 10,9%, mentre lo scorso anno era quasi al 13% (le donne guadagnavano il 12,9% in meno dei colleghi uomini): una tendenza frutto delle dinamiche del mercato del lavoro, ma anche delle politiche regionali di conciliazione. Quanto ai dati sull’occupazione, tra 2019 e 2023 la crescita del numero di assunzioni di donne è stata significativa: quest’anno su 139.345 assunzioni totali in Friuli Venezia Giulia (dato aggiornato al primo semestre) le donne assunte sono state 63.657, ovvero il 10,7% in più rispetto al primo semestre 2019.

di Piero Tallandini

Fonte Il Piccolo