Le cardiochirurgie di Udine e Trieste sono tra le migliori in Italia. L’ospedale Santa Maria della Misericordia è al quarto posto per tasso di mortalità a 30 giorni dal bypass: su 394 interventi effettuati tra il 2021 e lo scorso anno, un mese dopo, lo 0,99 per cento dei pazienti non ce l’ha fatta. Alta la qualità della risposta garantita pure dalle strutture cardiocircolatorie di Trieste e Udine: la prima si piazza al decimo posto, la seconda un gradino più sotto.
Il Programma nazionale esiti (Pne) compilato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) conferma la qualità degli ospedali di alta specializzazione. Lo stesso vale per la chirurgia oncologia con l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine al dodicesimo posto in Italia.
Il report
Agenas ha rilevato l’attività assistenziale erogata lo scorso anno da circa 1.400 ospedali pubblici e privati. Nel 2022, rispetto all’anno precedente, è stato registrato un aumento di 328 mila ricoveri a conferma che prosegue il riavvicinamento ai livelli pre pandemici, nonostante persista una riduzione del 10 per cento rispetto al 2019. Stiamo parlando di circa 890 mila ricoveri in meno. La ripresa si rileva nei ricoveri programmati e quelli diurni.
Area cardiovascolari
Rispetto al 2021, aumentano i ricoveri per infarto miocardico acuto e, in Friuli Venezia Giulia, la mortalità a 30 giorni dall’ingresso in ospedale, oscilla tra il 5,5 e il 7,5 per cento, mantenendo una media attorno al 6 per cento. Si tratta di una percentuale più bassa rispetto al 7,7 per cento rilevata a livello nazionale. Oltre alla mortalità a 30 giorni dall’infarto miocardico acuto, altri cinque indicatori pesano sulla valutazione dell’area cardiovascolare. Si tratta della percentuale di pazienti trattati con angioplastica coronarica percutanea transluminale entro 90 minuti dal ricovero, della mortalità per scompenso cardiocongestizio, per bypass aorto-coronarico isolato e valvuloplastica, sostituzione di valvole cardiache e riparazione di aneurisma non rotto dell’aorta addominale. Su 562 strutture valutate, 55 hanno tutti e sei gli indicatori calcolabili. E se l’azienda ospedaliera Careggi di Firenze è l’unica ad avere un livello di qualità molto alto, altre 17 tra cui i presidi ospedalieri Cattinara e Maggiore di Trieste, Santa Maria della Misericordia di Udine, hanno raggiunto un livello di qualità molto alto.
Chirurgia oncologica
Determinanti per la valutazione della chirurgia oncologica sono risultati tre indicatori: la percentuale di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella, la mortalità a 30 giorni dagli interventi chirurgici per tumore al polmone e al colon. Complessivamente sono state valutate 116 strutture ognuna delle quali ha al suo attivo almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, 85 per tumore del polmone e 45 per tumore del colon. Al di sotto di questa soglia, la qualità è stata giudicata molto bassa indipendentemente dall’esito. Non è questo il caso dell’ospedale Santa Maria di Udine che si ritrova tra le 28 strutture di qualità alta presenti in Italia. Fanno meglio solo l’ospedale di Mestre, l’azienda ospedale università di Padova, lo Stabilimento Umberto I Lancisi di Ancona e il policlinico Gemelli di Roma. Il loro livello di qualità è molto alto.
Gravidanza e parto
Il Friuli Venezia Giulia è tra le 12 regioni con strutture di ginecologia di qualità molto alta. In Italia 50 su 342 strutture, pari al 15 per cento, sono entrate a far parte del Programma nazionale esiti perché rispondono a tutti gli indicatori valutati. Tra queste una delle cinque presenti ha sede nella nostra regione. I risultati confermano un minor ricorso al taglio cesareo significativo per le donne immigrate.
Frattura del collo del femore
Nell’area osteomuscolare un’attenzione particolare è stata riservata alle fratture del collo del femore e alla percentuale di interventi garantiti entro le 48 ore dal ricovero ospedaliero. A fronte di 304 su 79 mila 575 interventi di questo tipo effettuati a livello nazionale, il Friuli Venezia Giulia registra una percentuale pari al 10,78 per cento, scivolando nella parte bassa della tabella. «La proporzione di interventi chirurgici per frattura di femore in pazienti di età superiore ai 65 anni eseguiti entro 48 ore – scrivono gli esperti di Agenas – è tendenzialmente più bassa per gli uomini (46%) rispetto alle donne (51%), tale divario si ripropone in quasi tutte le regioni, seppur con differenti livelli di variabilità intraregionale». Sono state stimate anche le ospedalizzazioni evitabili e, in molte regioni, è emersa una tendenza da parte della popolazione immigrata a presentare tassi di ricoveri superiori a quelli della popolazione italiana per infezioni del tratto urinario, complicanze del diabete a medio e lungo termine, amputazione degli arti inferiori in pazienti diabetici e ipertensione arteriosa. —
di Giacomina Pellizzari
Fonte Il Messaggero Veneto