“Con una rapidità senza precedenti, in soli 20 giorni, il Governo ha modificato una norma che chiarisce in maniera definitiva come sindaci e coordinatori di protezione civile non siano assimilabili a datori di lavoro e dirigenti nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro. Andiamo così ad archiviare una vicenda di non poco conto che, se non affrontata con celerità, compattezza e determinazione da parte della nostra Regione e del Governo, avrebbe posto fine a un’esperienza straordinaria quale quella della Protezione civile, a un’attività ormai indispensabile, vitale, alla comunità non solo del territorio e delle comunità del Friuli Venezia Giulia ma anche del resto d’Italia”.
Sono le parole dell’assessore con delega alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, intervenuto ieri sera, nella sede di Palmanova della Pcr Fvg, alla Consulta dei coordinatori dei Gruppi comunali di protezione civile e dei presidenti delle associazioni di volontariato incardinate nel sistema di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia.
Il blocco dell’attività era stato deciso dalla stessa Consulta dopo la morte del caposquadra del Comune di Preone, Giuseppe De Paoli, per la quale sono stati iscritti nel registro degli indagati il sindaco, Andrea Martinis, e il coordinatore, Renato Valent: il primo è stato equiparato a datore di lavoro, il secondo a dirigente. Nei loro confronti sono scattate le prescrizioni cautelari in materia di sicurezza sul posto di lavoro sanabili, rispettivamente, con il versamento di una sanzione pari a 5.600 e 1.800 euro. Da qui la sollecitazione della Regione e, quindi, dei ministri ai Rapporti con il Parlamento e per la Protezione civile, Luca Ciriani e Nello Musumeci, per chiarire i profili di responsabilità dei volontari.
Lo scorso 22 novembre, all’indomani della sospensione dell’attività dei volontari, il Consiglio Direttivo dell’ANCI FVG aveva discusso le evoluzioni della vicenda, sottoscrivendo un documento che invitava le Istituzioni preposte a definire un quadro normativo chiaro e adeguato a tutela dei soggetti coinvolti nelle attività di protezione civile, che non li esponesse a rischi legali ingiustificati frenando o compromettendo l’azione delle squadre sul territorio, con gravi ripercussioni sulla sicurezza dei cittadini e sulla gestione delle emergenze.
La modifica apportata separa in maniera esplicita la responsabilità del datore di lavoro e quella del volontario con il Decreto legge 145 del 2023 che introduce l’articolo 3 bis del Dl 81 del 2008 che afferma: le disposizioni sulla sicurezza del lavoro si applicano alle attività di Protezione civile nei limiti previsti al Dpcm del 2011.
Viste le modifiche legislative intervenute, che rassicurano riguardo alle responsabilità dei volontari, al termine della riunione della Consulta, il rappresentante dei coordinatori ha annunciato che le attività dei gruppi di Protezione civile e delle associazioni saranno riprese, con i 10 mila volontari che costituiscono i gruppi di Protezione civile e delle associazioni che tornano in campo e riprendono a monitorare il territorio.
L’attività dei volontari era stata sospesa in autotutela il 21 novembre scorso.