Sindaci uniti

di Anna Rosso
 
Loro c’erano, tutti con la fascia tricolore. Ieri mattina sei sindaci della Carnia hanno atteso nei corridoi del tribunale di Udine per tutto il tempo dell’udienza, per poi poter accogliere, all’uscita, in una sorta di ideale abbraccio di sostegno, il collega di Preone Andrea Martinis coinvolto nel procedimento giudiziario scaturito dalle indagini relative alla morte del volontario di Protezione civile Giuseppe De Paoli avvenuta il 29 luglio 2023, mentre stava monitorando il territorio dopo un’ondata di maltempo. L’uomo era stato purtroppo colpito alla testa da un ramo. Nel medesimo procedimento, assieme al primo cittadino, è coinvolto anche il coordinatore del gruppo di volontari della protezione civile del Comune di Preone, Renato Valent.
 
Mentre quest’ultimo ieri non era presente all’udienza, il sindaco Martinis ne è uscito attorno alle 12, visibilmente amareggiato e con poca voglia di parlare. Tuttavia, colpito dalla grande vicinanza dei colleghi, ha voluto esprimere loro gratitudine con poche parole: «È molto importante per me la presenza e la solidarietà dei colleghi sindaci, che voglio ringraziare. E poi – ha aggiunto, lasciando in sospeso la frase – speriamo… perché la protezione civile, se si continua così…credo che nessuno avrà più la voglia di mettersi in campo. Per me quello che è accaduto è stato purtroppo un fatto imponderabile. Tra l’altro le persone presenti quel giorno sul posto erano tutte esperte e capaci».
 
A portare il loro sostegno al sindaco Martinis e al coordinatore del gruppo di Protezione civile Valent c’erano sei primi cittadini, «in rappresentanza dei sindaci della Carnia e del Friuli», come loro stessi hanno sottolineato: Michele Benedetti di Ampezzo, Lino Not di Ovaro, Fabio D’Andrea di Rigolato, Coriglio Zanier di Socchieve e i vicesindaci di Sappada Silvio Fauner e di Sauris Albert Domini.
 
Il primo a prendere la parola è il sindaco Michele Benedetti : «Oggi siamo qui – ha spiegato – per dimostrare la vicinanza e la solidarietà dei sindaci della Carnia, ma penso anche di tutti i sindaci del Friuli, al nostro collega Andrea Martinis, sindaco di Preone, indagato in relazione alla morte di un volontario durante un’uscita della squadra di Protezione civile per controllare il territorio durante un’emergenza di trombe d’aria e caduta alberi. Purtroppo è successa questa disgrazia. E ora, come detto, il sindaco di Preone è chiamato a rispondere di omicidio colposo. Noi auspichiamo una soluzione che porti al “non luogo a procedere”. Confidiamo che le richieste della difesa vengano accolte. In caso contrario, ci troveremmo a dire che sarà la fine delle squadre di Protezione civile perché noi non possiamo esserne i datori di lavoro. Non è una competenza nostra. Non va applicato il decreto 81 del 2008 (il Testo unico sulla sicurezza nei luoghi lavoro). Noi auspichiamo che la giustizia, che naturalmente deve fare il suo corso, capisca. Altrimenti chiuderemo le squadre di Protezione civile del territorio. Auspichiamo anche che il governatore della Regione Massimiliano Fedriga e l’assessore alla protezione civile Riccardo Riccardi, che sono vicini in questo momento a noi sindaci, e anche al sindaco Martinis, capiscano la necessità. Si faccia un’azione urgente, con il Governo, per modificare la normativa, in modo da escludere che i sindaci possano essere considerati “datore di lavoro” dei volontari, in modo da far sì che i primi cittadini non possano essere imputati in eventuali altri incidenti che, naturalmente, si auspica non avvengano più. Anche se purtroppo abbiamo visto che negli ultimi due anni ne sono accaduti due sul territorio».
 
«Sono cose che purtroppo sono capitate – ha sottolineato Lino Not – e possono capitare, malgrado l’attenzione che si può mettere, malgrado tutti gli accorgimenti. Sappiamo che quando capitano momenti di difficoltà, come sono appunto quelli determinati dal maltempo, possono succedere anche cose gravi e complicate. Siamo solidali con il collega Martinis perché, appunto, sappiamo che fare i sindaco comporta grandi responsabilità. Ora confidiamo nelle scelte e nei giudizi altrui». —
 
Fonte Il Messaggero Veneto