Giacomina Pellizzari /udine
La Protezione civile regionale ha aperto gli Stati generali per scrivere il nuovo regolamento sulla sicurezza dei volontari ed evitare, così, che altri sindaci vengano indagati nel caso di incidenti. Il percorso si concluderà il 15 ottobre con l’attivazione di una app attraverso la quale le squadre impegnate sul territorio potranno comunicare dove si trovano, descrivere l’intervento che stanno effettuando e chiedere aiuto se lo sarà necessario. «Con il servizio di georeferenziazione saremo in grado di attivare immediatamente le squadre di soccorso» ha spiegato, ieri sera, nell’auditorium del palazzo della Regione, a Udine, il direttore, Amedeo Aristei, a decine di volontari e capi squadra giunti da tutta la regione.
L’avvio degli Stati generali, al quale hanno partecipato anche l’assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, e il responsabile dei volontari nonché direttore del Nue, Nazzareno Candotti, prevede l’attivazione di cinque tavoli di lavoro per affrontare, oltre alla stesura del regolamento, l’organizzazione della formazione anche specifica in alcuni casi e per preparare i formatori. Per garantire misure di sicurezza adatte a ogni scenario, gli esperti dovranno elencare i rischi e stabilire quali compiti potranno essere svolti dai volontari, attraverso le procedure standard. In questo contesto non mancherà l’attenzione verso il ricambio generazione dei volontari e i rapporti con i Vigili del fuoco e la Forestale.
Ogni tavolo di lavoro metterà a disposizione le bozze degli elaborati per arrivare a una condivisione unanime. Non è escluso che si arrivi all’individuazione di «un livello intermedio – questa è solo una delle ipotesi illustrate ieri sera – di definizione delle attività, individuando per ciascun scenario una casistica di eventi codificati, ai quali associare diversi compiti svolti dai volontari». Per ogni evento dovrebbero essere descritte le caratteristiche dell’intervento richiesto, la formazione necessaria ai volontari e le dotazioni obbligatorie in termini di dispositivi di sicurezza. Allo stesso modo, i vertici della Protezione civile stanno ragionando se lasciare «maggiore autonomia ai legali rappresentanti del volontariato (presidenti per le associazioni e sindaci, o soggetti equivalenti, per i gruppi), non prevedendo di svolgere un’analisi di dettaglio degli eventi connessi a ciascuno scenario, per evitare di trascurare qualche evento e lasciare adito a interpretazioni su attività “scoperte”».
L’attivazione del percorso richiesta dagli stessi volontari prevede anche una «migliore definizione delle attività e le relative prescrizioni di carattere formativo e addestrativo». A tutto ciò si affiancherà la piattaforma per il coordinamento delle attività sul campo e la gestione di un costante flusso di informazioni tra gli operatori della sala operativa regionale e le strutture operative dell’emergenza, compresi centinaia di volontari senza i quali sarebbe difficile garantire la sicurezza sul territorio. Tutto questo, ha aggiunto Arisatei, «consente un monitoraggio in tempo reale e step by step dell’evoluzione di un’emergenza». L’obiettivo è migliorare la sicurezza in ogni contesto.—