Addio a Isidoro Gottardo dalla Dc a leader del Pdl

martina milia
 
Se ne è andato tre giorni dopo aver compiuto 71 anni, portato via dal cancro, una malattia aggressiva e fulminea di cui aveva voluto sapere tutto. Isidoro Gottardo, già sindaco, assessore regionale, parlamentare, potente segretario di quello che quindici anni fa era il primo partito in regione, il Popolo della libertà, si è spento ieri mattina al Cro di Aviano.
È rimasto lucido fino agli ultimi giorni, consapevole di quel che sarebbe accaduto. Vicino a lui gli amati figli, che lo hanno accompagnato sino alla fine, assieme ai nipoti.
 
Ha vissuto intensamente, senza risparmiarsi mai, cercando di dividersi tra la passione per la politica e la famiglia. Una vita che lo aveva portato alcuni anni fa ad affrontare seri problemi di salute. Poi, quando si era ripreso, sentendosi quasi un miracolato, la vita lo ha messo di nuovo alla prova, portandogli via la moglie Emanuela.
 
Pur avendo toccato i vertici della vita pubblica, da politico della vecchia scuola era sempre rimasto profondamente legato alla sua Sacile. Geometra di formazione, con uno studio professionale avviato assieme al fratello, è diventato consigliere comunale giovanissimo – il primo impegno nel 1975, a 21 anni –, sindaco nel 1985 (sino al 1993). Erano gli anni della Democrazia cristiana, di cui Gottardo è stato, a livello regionale, uno dei rampolli più promettenti. Poi Tangentopoli, la seconda Repubblica. È stato eletto nel 1993 in consiglio regionale. Con la fine della Dc è transitato nel Partito popolare italiano ed è stato assessore regionale all’agricoltura, alla caccia e pesca e poi agli Affari Comunitari. L’Europa era una delle sue passioni, che ha potuto coltivare anche durante la militanza in Forza Italia (dal 2003 consigliere regionale) e poi nel Popolo della Libertà, di cui è stato parlamentare e coordinatore regionale. Dieci anni dopo il passaggio nel Nuovo Centrodestra, di Angelino Alfano, cui è diventato coordinatore regionale. Nel 2017 il partito si è trasformato in Alternativa Popolare. Poi niente più partiti, ma impegno civile sì. «Dal 2018 – ricorda Angioletto Tubaro, uno dei suoi amici più stretti – è stato uno dei rappresentanti attivi della nostra associazione “Alfieri per la libertà”. Isidoro è stato prima di tutto un uomo coerente, non ha mai negoziato i suoi valori».
 
E nonostante le delusioni, soprattutto negli ultimi anni, non gli fossero mancate, nonostante il fuoco amico, Gottardo non parlava mai male di avversari o compagni di squadra. Sapeva abbozzare. Non si offendeva mai. Apparteneva a quella generazione di politici, pressoché estinta, che rispettava gli avversari e rispettava persino i giornalisti. Potevano arrivargli le critiche più pesanti, ma lui non perdeva la calma, argomentava, dialogava.
 
La morte di Gottardo ha scosso la comunità politica regionale. «Ho appreso con dolore della scomparsa di Isidoro Gottardo, un uomo politico lucido, appassionato e capace di offrire sempre un punto di vista profondo. Nel corso della sua lunga carriera ha interpretato la politica con competenza sia a livello regionale sia nazionale, mantenendo sempre un forte legame con il territorio» ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
 
«La scomparsa di Gottardo priva la comunità del Friuli Venezia Giulia di un uomo delle istituzioni che è stato capace di svolgere ruoli molto diversi con una costante attenzione al suo territorio e alla sua gente – ha aggiunto Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale –. Già il fatto di diventare consigliere comunale a soli 21 anni, la dice lunga sulla sua passione per la politica». Passione che ha lasciato il segno. —
Fonte
Il Messaggero Veneto