l’intervista
Lucia Aviani
Un corposo programma di ristrutturazione – laddove risulti possibile e conveniente – o alienazione degli immobili di proprietà dell’ente, una forte attenzione allo sviluppo di una capillare rete ciclabile, per adeguarsi alle nuove frontiere del turismo, e azioni mirate di potenziamento dei servizi territoriali, anche a livello di sicurezza, con il rinforzo del sistema di telecamere: sono solo tre delle macro-aree d’intervento che la Comunità di montagna del Natisone e Torre, da un anno affidata alla guida del presidente Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo, sta portando avanti per favorire la crescita dell’ampio comprensorio di competenza.
«Abbiamo ereditato una situazione complessa, per gli effetti a catena – premette Comugnaro – del periodo pandemico, che ha provocato il rallentamento di una serie di pratiche. Insieme a tutto il comitato esecutivo, comunque, sono al lavoro su vari fronti, a cominciare da quello che riguarda appunto la sistemazione degli immobili della Comunità, che sono tantissimi, da Tarcento a Grimacco: la linea guida è di venderli o, qualora la cosa risulti fattibile e sostenibile, di ristrutturarli; alcuni sono sotto-utilizzati e versano in condizioni molto precarie. Naturalmente serve un particolare riguardo per le strutture che ospitano realtà produttive, quindi posti di lavoro, risorsa da salvaguardare a tutti i costi: accade, per esempio, a Taipana e Lusevera, zone periferiche in cui le presenze imprenditoriali rappresentano un tesoro. A San Leonardo, per menzionare solo un ulteriore caso, un capannone ricevuto in usufrutto dal Comune verrà concesso alla Regione, tramite specifica convenzione, per utilizzarlo anche come sede logistica della squadra che si occupa delle manutenzioni delle piste interpoderali».
Centrale, nelle politiche della Comunità, è come accennato il piano relativo alle ciclovie: il principale nodo da sciogliere, nel caso, è quello del tracciato Bimobis, progettato ormai parecchi anni fa per collegare Loch di Pulfero al confine di Stato, e dunque alla Slovenia, ma congelato per problematiche tecniche, legate alla contiguità del percorso al letto del Natisone. «Quella zona – ricorda il presidente – ha una conformazione geografica molto particolare: parliamo infatti di una stretta gola, attraversata dal fiume e dalla strada statale. I cambiamenti climatici, le nuove regolamentazioni segnalate dall’Autorità di Bacino e la volontà di valorizzare e rispettare al massimo il territorio hanno imposto una modifica del disegno iniziale. È in fase di predisposizione una variante, infatti, che confidiamo possa rappresentare una soluzione per un’opera strategica, importantissima per lo sviluppo del contesto, collegando due Stati ed essendo destinata a unirsi alle ciclabili previste per le valli del Torre: sono in progettazione lotti che partendo da Molinis permetteranno di raggiungere Nimis. Confidiamo nella concertazione 2025/26 per le risorse necessarie a completare la progettazione dei vari tratti».
Si attendono pure i fondi per le aree interne, per favorire il potenziamento dei sistemi di trasporto e dei servizi sanitari e scolastici, mentre si guarda con speranza al progetto di attivazione di un Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) con la vallata dell’Isonzo; avanti tutta pure sulla riattivazione dell’osservatorio astronomico del Matajur e sul completamento delle opere di manutenzione dei complessi sportivi del territorio. «Quanto al personale – informa Comugnaro – grazie ai concorsi esperiti annualmente sono state selezionate figure assegnate agli uffici di vari Comuni; sono inoltre in progetto convenzioni che verranno proposte all’Assemblea, per l’esercizio in forma associata di servizi comunali».
Fonte Il Messaggero Veneto