Election day a voto a giugno per europee e comunali

Diego D’Amelio

Il Friuli Venezia Giulia va verso l’election day. La Regione attende di conoscere con esattezza la modalità scelta da Roma per l’apertura delle urne per le europee, ma l’orientamento della giunta Fedriga è accorpare sabato 8 e domenica 9 giugno la consultazione per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo con quella che vedrà andare al voto i residenti dei 113 piccoli comuni chiamati a designare i propri sindaci. La conferma della volontà di una tornata unica arriva direttamente dall’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti: «Un election day sarebbe decisamente la cosa migliore. Le amministrative erano pensate per la fine di maggio, mentre le europee cadono nel secondo weekend di giugno. Le date sono molto ravvicinate e non avrebbe senso sdoppiare l’appuntamento con ben 113 municipi che vanno al voto. Questo è l’orientamento, ma per decidere dobbiamo avere la conferma definitiva di come si voterà per le europee».

Il Friuli Venezia Giulia può stabilire in proprio le date di apertura dei seggi per le comunali e la decisione è di fatto già presa. Quello che manca, per poter scrivere correttamente il provvedimento, è sapere come si muoverà il governo per le europee. Da Bruxelles la finestra temporale indicata è compresa tra giovedì 6 e domenica 9 giugno. A Roma il dubbio da dirimere è se votare soltanto di domenica o farlo su due giorni e dunque anche di sabato, visto che il voto di lunedì non è possibile, perché andrebbe oltre le scadenze indicate dalla Commissione.

La Regione aspetta segnali da Roma per muoversi. Le norme regionali stabiliscono che le comunali possano tenersi in una domenica tra 15 aprile e 15 giugno. Se il governo optasse per europee su due giorni, si verificherebbe l’inedita situazione di votare alle comunali di sabato e domenica. L’election day toccherebbe ad ogni modo in sorte a poco meno di 300 mila residenti in Friuli Venezia Giulia, ovvero a quelli che vivono in uno dei 113 comuni chiamati al rinnovo della propria amministrazione: oltre metà dei 215 municipi che compongono il mosaico del territorio regionale. Per gli altri 102 comuni la chiamata alle urne sarà invece soltanto per le consultazioni europee.

La tornata amministrativa coinvolgerà esclusivamente piccoli centri: nessun comune supera infatti i 15 mila abitanti e non sono quindi previsti doppi turni per la scelta del sindaco. Nella Venezia Giulia si va al rinnovo di 3 Consigli comunali della provincia di Trieste: Monrupino, San Dorligo e Sgonico. Sono invece 14 i municipi interessati nell’Isontino: Capriva, Doberdò, Dolegna, Farra, Gradisca, Grado, Mariano, Medea, Mossa, San Floriano, San Lorenzo, Savogna, Staranzano e Turriaco. In Friuli si contano invece 81 chiamate al voto: per dimensione si va dai 304 abitanti della piccola Stregna ai 9.265 di Pasian di Prato. Nel Pordenonese si contano infine 15 realtà, con Porcia a segnare il territorio più densamente popolato: 14.985 residenti, poco sotto la soglia che fa scattare il secondo turno di ballottaggio.

Per quasi tutte le amministrazioni si tratta di un rinnovo che arriva pe r scadenza naturale, ma non mancano le eccezioni. La più rilevante è quella di Grado, dove lo psicodramma interno alla maggioranza di centrodestra ha portato alla caduta del sindaco Claudio Kovatsch e al commissariamento dell’ente, dopo che tutti i consiglieri di opposizione e tre esponenti di Fdi si sono dimessi. Dimissioni in massa anche a San Vito al Torre, anche in questo caso per dissidi tra il sindaco e parte della sua maggioranza.

Prima del tempo verranno infine rinnovati i Consigli comunali dei municipi i cui sindaci si sono candidati alle regionali. È il caso di Turriaco, dove il primo cittadino Enrico Bullian si è dimesso per correre e riuscire eletto nelle file del Patto per l’Autonomia. Dimissioni con esito fortunato anche a Paluzza e Rivignano Teor, i cui sindaci Massimo Mentil e Mario Anzil sono stati eletti rispettivamente con Pd e Fdi. Diversa fortuna per i sindaci di Sesto al Reghena Marcello Del Zotto e Reana del Rojale Emiliano Canciani, ai quali non è riuscita l’elezione in piazza Oberdan con Terzo Polo e Fratelli d’Italia. Voto anticipato infine per Chions, dopo il decesso del sindaco Renato Santin.

Fonte Il Messaggero Veneto