Fondi Pnrr, in Friuli Venezia Giulia spesi 67 milioni

Maurizio Cescon / udine

La Regione Friuli Venezia Giulia ha speso finora (dati aggiornati al 19 febbraio 2024) 67 milioni di euro per le risorse Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e Pnc (Piano nazionale complementare) gestiti dall’amministrazione stessa. Dopo l’accelerata tra agosto e dicembre 2023, quando si era passati in pochi mesi da 32 a 65 milioni, in questo primo scorcio dell’anno, l’avanzamento cronologico della spesa è stato di soli 2 milioni. I 67 milioni di euro spesi rappresentano comunque il 16% delle risorse già impegnate. Precisamente la Regione ha già destinato 425 milioni della sua quota di lavori Pnrr nell’arco di tempo 2022-2026, cifra pari all’82% del valore totale degli investimenti iscritti a bilancio, che ammontano a 514 milioni di euro. Questi, in ogni caso, sono i finanziamenti gestiti dall’amministrazione Fedriga e, in particolare dall’assessorato alle Finanze di Barbara Zilli. C’è poi tutta la partita dei fondi Pnrr destinati direttamente ai Comuni, una fetta maggioritaria di finanziamenti per i quali il lavoro da fare sembra più complicato e non al passo con i tempi stretti imposti dall’Unione europea che prevede il termine delle opere nel 2026.

Digitalizzazione e innovazione

La missione numero 1 del Pnrr sostiene la transizione digitale del Paese nella modernizzazione della pubblica amministrazione, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo. L’intento è garantire la copertura con reti a banda ultra-larga di tutto il territorio, migliorando la competitività delle filiere industriali e agevolando l’internazionalizzazione delle imprese. Il totale dei fondi per questa missione è di 306 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 58 milioni di risorse Pnc (Piano nazionale complementare). Al momento sono stati spesi 3 milioni e impegnati 21 sui 39 iscritti a bilancio.

Transizione verde

La seconda missione del Pnrr è volta alla realizzazione della transizione verde ed ecologia della società e dell’economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Essa comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e per il miglioramento della capacità di gestione dei rifiuti, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili e investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico. Qui lo stato delle opere è più avanzato: spesi 29 milioni e impegnati 105 sui 163 messi a bilancio.

Mobilità sostenibile

Questa fondamentale missione del Piano intende rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale che purtroppo sconta ancora una certa lentezza nei collegamenti. Tra gli obiettivi vi è il rafforzamento dei servizi di trasporto merci, secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti, l’ottimizzazione e la digitalizzazione del traffico aereo e l’interoperabilità della Piattaforma logistica nazionale (Pnl) per la rete dei porti. La missione si articola in due componenti principali, gli investimenti sulla rete ferroviaria, l’intermodalità e logistica integrata. Finora spesi 4 milioni e 42 impegnati su 48 messi a bilancio.

Inclusione e coesione

Questo settore del Pnrr investe nelle infrastrutture sociali, rafforza le politiche attive del lavoro e sostiene l’imprenditoria femminile. Tra gli obiettivi il miglioramento del sistema di protezione per le situazioni di fragilità sociale ed economica e la promozione dello sport come fattore di inclusione. Un’attenzione specifica è riservata alla coesione territoriale, col rafforzamento delle Zone economiche speciali e la Strategia nazionale delle aree interne. Spesi fino a oggi 15 milioni e 40 impegnati, dei 41 a bilancio.

La sanità

L’ultima missione del Pnrr è focalizzata su due obiettivi principali, quali il rafforzamento della prevenzione e dell’assistenza sul territorio, con l’integrazione tra servizi sanitari e sociali, e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Su questo fronte la Regione ha speso appena16 milioni sui 217 impegnati e i 223 a bilancio. —

Fonte Il Messaggero Veneto