Martina Milia
Ha risposto a tutto, con franchezza e senza eludere le questioni scomode. Ha calato la carta richiesta – un impegno scritto, nel piano dell’Asfo, per l’area materno infantile – e porta a casa un’approvazione del Pal (piano attuativo locale) a larga maggioranza: 22 voti a favore da parte dei sindaci, cinque contrari (San Vito, San Martino, Sesto, Chions e Budoia), quattro astenuti (Zoppola, Morsano, Arba e Maniago). Il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Giuseppe Tonutti, ottiene un’altra apertura di credito. Anche se il piano per il 2024 non ha tutto quello che i sindaci, ma probabilmente anche i vertici dell’azienda, vorrebbero, anche se l’area del Sanvitese non può digerire la chiusura del punto nascita, il lavoro e gli sforzi fatti per migliorare la sanità in provincia e gli impegni per l’anno in corso sono stati apprezzati.
Materno infantile
Nel 2024 il punto nascita di San Vito rimarrà chiuso, ma è previsto «di recuperare le risorse mediche e ostetriche» per «riportare entro i limiti di 10 e 30 giorni i tempi d’attesa delle visite ostetrico ginecologiche», assicurare entro cinque settimane dal referto – «ma noi vorremmo anche tempi più ridotti» ha aggiunto il direttore di medicina generale – la colposcopia. I medici che non dovranno più coprire i turni potranno anche «migliorare la proporzione di interventi chirurgici per tumore all’utero con classe di priorità A» e potenziare i servizi post partum. Tra fine anno e i primi mesi del 2025 «ci sarà il trasferimento del punto nascita nel nuovo ospedale di Pordenone e a quel punto – ha scandito Tonutti – verrà meno la convenzione con il policlinico San Giorgio. Che naturalmente potrà continuare la sua attività, ma noi non gliela pagheremo». Un passaggio questo, apprezzato dal sindaco di San Vito Alberto Bernava.
medici e guardie mediche
Il problema della scopertura di medici di medicina generale è stato evidenziato soprattutto dai Comuni della montagna, così come il problema della carenza della guardia medica. Morsano, per esempio, non ha più un medico di famiglia, da qui l’astensione. Se la criticità durerà ancora quest’anno – dal prossimo dovrebbe normalizzasi –, Asfo si è comunque mossa. «Abbiamo appena firmato un accordo per fare in modo che chi sceglie le zone disagiate – ha aggiunto il direttore sanitario Michele Chittaro – abbia un incentivo per aprire uno studio e anche chi apre due ambulatori in due comuni dello stesso Ambito, vincolandoli alla permanenza per due anni». Secondo Tonutti «Forse dovremmo iniziare a pensare a una medicina itinerante, che ancora non c’è. Inizieremo a ragionarci con la Regione». E sulle guardie mediche: «Parliamo di professionisti che preferiscono il contratto di libera professione per ragioni fiscale. Questo fa sì che, se a Natale decidono di andare a sciare, noi ci troviamo sguarniti. Anche qui si sta ragionando su altre esperienze, ma l’ipotesi è in capo alla Regione». E l’ipotesi è di introdurre turni di reperibilità – retribuita adeguatamente – per i medici di base, in modo da coprire i notturni.
prelievi
L’esternalizzazione dei prelievi «non avverrà nel 2024 perché Arcs deve fare prima una gara e non ci sono i tempi. L’azienda sanitaria di Udine non è interessata – hanno chiarito Tonutti e Chittaro – perché non ha bisogno di altri spazi, mentre noi oltre al servizio abbiamo bisogno di nuovi punti prelievo». Uno sarà ad Azzano Decimo. Ha aggiunto Tonutti: «Il persona che oggi fa i prelievi lo recupereremo per esempio come infermieri di comunità. Li trasformeremo in figure per implementare i servizi che oggi sono carenti».