di Marco Ballico
Ci sarà tempo fino alla fine dell’anno per iscriversi al nuovo albo degli educatori e pedagogisti istituito con la legge 55 del 2024. La scadenza, inizialmente prevista per il 6 agosto, sarà prorogata, ha fatto sapere ieri il ministero della Giustizia dopo che nei giorni scorsi una comunicazione alla Conferenza delle Regioni aveva già informato dei dicasteri al lavoro per predisporre la misura. Un testo da inserire nel primo provvedimento normativo utile. L’obiettivo è assicurare, per il nuovo anno scolastico, la continuità dei servizi a garanzia di lavoratori e utenza.
La legge che istituisce l’albo è «un passo avanti», dice Alessia Rosolen, ma «rischia di introdurre elementi di confusione in un contesto già frammentato». L’assessore regionale all’Istruzione si riaggancia così al via libera del Senato, lo scorso aprile, al riconoscimento formale a queste professioni, voluto da alcune associazioni. Uno strumento, sottolinea Rosolen, finalizzato anche a «garantire livelli qualitativi sempre più elevati a vantaggio dei fruitori dei servizi», ma in origine con tempi di applicazione non poco ridotti: prima della proroga, destinata appunto ad arrivare, al Tribunale di Trieste, come nel resto d’Italia, la scadenza per presentare domanda di iscrizione all’albo era stata fissata al 6 agosto. Di qui l’impegno di Rosolen, che aveva posto l’argomento all’attenzione della commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni e l’aveva sollecitata «a farsi portavoce presso il legislatore di un intervento emendativo urgente che sospenda o dilazioni i tempi di attuazione della norma». La preoccupazione riguardava in particolare i ricreatori comunali di Trieste, «dove trovano impiego professionalità il cui reclutamento avviene sulla base di un novero ampio di titolo di studi e per le quali l’iscrizione all’albo potrebbe risultare superflua».
A chiedere una proroga era stato pure il Pd con la senatrice Tatjana Rojc, sollecitando a «intervenire con senso di giustizia, tutelando le professionalità attestate dai titoli richiesti per l’iscrizione all’albo e il lavoro di quanti finora hanno dimostrato nei fatti e sul campo di possedere competenze indiscusse» e ricordando di aver firmato la risoluzione presentata dalla collega dem Malpezzi, presidente dell’intergruppo professioni educative, che mira a trovare una soluzione per risolvere i problemi posti dalla legge. Problemi – dalla sovrapposizione di competenze all’imprecisato confine delle nuove professioni ordinistiche – che potrebbero essere almeno congelati dalla fase transitoria di applicazione della norma. Fase su cui a Roma si sta appunto lavorando. Un’informazione, questa, resa disponibile un paio di giorni fa da Rosolen in occasione dell’incontro con sindacati e cooperative, con cui si è condivisa la convocazione a settembre di un tavolo regionale per analizzare tutte le proposte giunte da più parti.
«La premessa è che in Fvg, come nelle altre regioni, c’è una drammatica carenza di educatori – così il presidente di Legacoop Sociali Fvg Paolo Felice –. Una fase transitoria consent irebbe di garantire la continuità dei servizi e affrontare approfondimenti normativi». A favore della proroga anche Uil Fpl e Usb di Trieste, mentre l’assessore regionale alle Autonomie Pierpaolo Roberti fa sapere che la Regione, nella manovra estiva, ha stabilito che i Comuni possono stanziare fondi per le progressioni in deroga necessarie al re-inquadramento anche degli educatori il cui titolo sia stato riconosciuto prima della nuova norma. —