SE LA PANDEMIA È LEVA PER L’INNOVAZIONE: IL CASO DELL’AFRICA

Irrinunciabile è il paragone con la situazione che stanno vivendo gli Enti locali del Friuli Venezia Giulia e di come anch’essi stiano (faticosamente) accelerando i processi di digitalizzazione. A tal fine, ANCI FVG, con la sua Fondazione ComPA FVG, ha previsto un supporto proprio per gli Enti che vogliono affrontare al meglio il lavoro agile, per rendere questa situazione di emergenza un’opportunità di trasformazione dei servizi e delle modalità di lavoro.

Internet, telemedicina, imprese ICT: l’Africa sta soffrendo particolarmente della pandemia di coronavirus in termini di vite umane ed economici, ma sta tuttavia traendo vantaggio dall’innovazione anche durante questo periodo. Del resto, l’impatto del Covid-19 è significativo non solo sulle esistenze individuali, ma anche sugli affari, le società e le imprese, con il risultato che – laddove l’interazione umana è ostacolata dall’epidemia – si è ricorso alla tecnologia.

A causa del Covid-19 si è registrata una caduta del prodotto interno lordo dell’1,4%. L’impatto è ancor più grave nelle economie dei Paesi a forte ritmo di crescita e di quelli legati all’esportazione del petrolio, quali ad esempio la Nigeria, dove la caduta del prodotto interno lordo è stimata nel 6,1% . Nonostante ciò, gli stati africani appaiono essere positivi sulle prospettive di resilienza e di crescita, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie.

La situazione nella Silicon Savannah

Questo è evidente ad esempio in Kenya, che è conosciuto anche come la Silicon Savannah, considerato il suo sistema tecnologico avanzato. In Kenya, l’uso e lo sviluppo della tecnologia rendono maturo il paese per l’attrazione di investimenti e un rapido sviluppo economico. Le statistiche 2020 evidenziano che l’uso di internet è esteso all’87,2% della popolazione , il tasso più elevato tra i paesi africani e che fa invidia anche a molti paesi di altri continenti. Grazie al mobile money e ai servizi pubblici in rete, che hanno condotto a parlare di cittadinanza elettronica (e-citizenship), il paese appare avere le giusta fondamenta per uno sviluppo tecnologico ancora più avanzato.

La pandemia ha spinto inoltre ancora più avanti tale sviluppo sia per le grandi sia per le piccole imprese, segnatamente nel settore della salute e in quello ICT.

Lo sviluppo della telemedicina

Difficile immaginarlo, pensando anche alle scene di molti Paesi europei, ma in Kenya sono passati i tempi in cui c’erano lunghe file al di fuori degli ospedali. Ora l’accesso ai servizi medici e sanitari è regolato attraverso piattaforme online. Si è iniziato con il Kenya National Hospital, uno dei maggiori ospedali della nazione, che per primo ha lanciato una piattaforma elettronica di gestione dei servizi sanitari per contrastare il COVID-19. Sono poi seguite varie piattaforme, che forniscono assistenza sanitaria da remoto quali Access Afya e MyDawa. Le persone si sono subito adeguate a questo tipo di assistenza, apprezzando la possibilità di non doversi recare presso le strutture sanitarie.

Al servizio pubblico si è unita l’assistenza privata, quale ad esempio MP Shah, in questa corsa nel fornire servizi a distanza. In generale tutta l’Africa si è trovata a dovere spingere sulle soluzioni digitali per combattere la pandemia (interessante al riguardo il report del WHO Africa del 29 ottobre 2020).

A prescindere dalla pandemia, e anche a causa di essa, si comprende immediatamente che assicurare i servizi sanitari essenziali è una chiave necessaria per il sostegno dell’economia, Come Amartya Sen ha già da tempo evidenziato, infatti, esiste una chiara interdipendenza tra il servizio di assistenza sanitaria e lo stato dell’economia. E come la tecnologia evolve, cresce l’esigenza di tutelare i cittadini dagli abusi che ne possono derivare. Ragione per la quale il Kenya, come già altri stati (vedi ad esempio l’Uganda) ha sentito l’esigenza di introdurre norme di tutela dei cittadini per quanto concerne la protezione dei dati personali in modo non dissimile dalla normativa europea.

La crescita esponenziale del settore ICT

Nel 2019 la digitalizzazione ha creato in Africa 1,7 milioni di posti di lavoro diretti e circa 15,6 miliardi di introiti da tassazione a favore dei vari governi africani. Con il lockdown e il distanziamento sociale, molte attività hanno dovuto rivoluzionare i propri servizi.

Si pensi, ad esempio, al settore della moda, che ha dovuto rivedere il proprio modello di vendita e ripensare le modalità delle sfilate adottando soluzioni digitali. Se da una lato l’Unione africana ha previsto la perdita di circa 20 milioni di posti di lavoro a causa della pandemia, dovuti al deprezzamento del prezzo del petrolio e alla riduzione del turismo, dall’altro lato il maggiore ricorso ai servizi digitali sta creando nuovi posti di lavoro. Si pensi ad esempio alla crescita e alla diffusione delle app utilizzabili con smartphone quali Glovo, Uber e Jumia e la creazione di posti di lavoro che esse comportano direttamente e indirettamente, anche attraverso la vendita di smartphone e tablet (che costituisce sempre un fattore di sviluppo come dimostrano varie ricerche) con un mercato che sostanzialmente si è dimostrato resiliente sebbene con risultati diversi stato per stato.

Certo non tutto è positivo e spesso mancano i fondi per sostenere lo sviluppo dei vari servizi, anche laddove gli investimenti di per sé non richiedono somme ingenti, a causa della carenza di risorse in generale, ragione per la quale le organizzazioni internazionali cercano di supplire con la concessione di risorse finanziarie (vedi ad esempio il report della Banca europea per gli investimenti).

Uno scenario futuro positivo

Il continente africano appare dunque determinato a conquistare il proprio futuro attraverso l’innovazione tecnologica: anche se la digitalizzazione non procede in maniera uniforme, l’ascesa è continua in tutti gli stati. Per l’Africa, la rivoluzione tecnologica non è un semplice mezzo per raggiungere un fine per raggiungere l’indipendenza economica e la stabilità. Attraverso la tecnologia l’Africa ha possibilità di assicurare la propria resilienza e creare un’economia sostenibile per i suoi abitanti.

Le previsioni dicono che nel 2025 quasi mezzo miliardo degli africani viventi nell’aria sub-sahariana avrà una connessione attraverso gli smartphone: i potenziali di crescita sono tali da fare prevedere un roseo futuro.

(Fonte Agenda digitale)