Si tornerà a votare per il rettore, non c’è la maggioranza assoluta

Cristian Rigo /udine
 
Nulla di fatto.
Né Angelo Montanari, né Fabiana Fusco hanno raggiunto il numero di preferenze necessarie a diventare il nuovo rettore dell’università di Udine. Per succedere a Roberto Pinton al primo turno sarebbero serviti 352 voti: Montanari si è fermato a 313, Fusco a 255 mentre le schede bianche sono state 46. Se ne riparlerà, quindi, il 2 aprile. E non è escluso (anche se pare improbabile visto il riscontro avuto dai due candidati) che qualcuno decida di aggiungersi alla rosa dei candidati visto che fino al 26 marzo si è aperta un’ulteriore finestra.
 
Montanari
Al professore di informatica sarebbero serviti altri 39 voti per chiudere la partita al primo turno, ma al secondo turno lo scenario cambierà visto che il quorum minimo richiesto scenderà al 40%. Se quindi Montanari dovesse confermare tutti i voti ricevuti, al secondo turno diventerebbe il nuovo rettore (a meno che Fusco non ne conquisti di più, ovviamente), ma questo non vuol dire che verrà meno l’impegno in “campagna elettorale”. «Cercherò di spiegare meglio il mio programma – sottolinea -, in questo periodo ho incontrato molte persone che mi hanno anche dato preziosi suggerimenti e penso che continuerò su questa strada». Da molti Montanari viene considerato il candidato della continuità dopo De Toni e Pinton, ma a suo avviso «ogni rettore fa storia a sè».
 
Fusco
La direttrice del dipartimento di Lingue e letterature ha conquistato 255 voti:«Un ottimo risultato – assicura -. Devo ancora analizzare bene i dati, ma il segnale che è emerso da questo primo turno è che all’interno dell’università c’è spazio anche per un altro pensiero». In ottica secondo turno c’è da recuperare un gap di 58 preferenze, ma Fusco non sembra spaventata: «Tutt’altro – dice -, sono ancora più forte e determinata. Continuerò a confrontarmi con tutti come ho sempre fatto cercando magari di convincere qualcuno tra chi non ha partecipato al voto».
 
Schede bianche
Sono state 46 le schede bianche, un territorio di conquista per i due candidati al pari dei 159 aventi diritto che non hanno nemmeno votato. Chi immaginava ci potesse essere un numero importante di astensioni e di bianche anche in virtù del fatto che alcuni dipartimenti non si sentivano rappresentati, probabilmente è rimasto deluso.
 
I risultati
L’affluenza è stata dell’86,09%, 984 votanti su 1.143 aventi diritto, tenuto conto però che il voto del personale dirigente e tecnico amministrativo non vale 1, ma 0,12. I professori ordinari hanno votato al 94,57% degli aventi diritto (174 su 184), gli associati al 88,36% (281 su 318), i ricercatori al 79,13% (91 su 115), i componenti il Consiglio degli studenti al 64% (16 su 25), il personale tecnico-amministrativo al 84,23% (422 su 501).
 
Il regolamento
Le successive votazioni si terranno il 2 e il 9 aprile e fino al 26 marzo si apre una seconda opportunità per le candidature. In queste due turni il quorum dei voti esprimibili si abbassa al 40% e viene eletto chi ottiene il maggior numero di suffragi. Se anche queste due votazioni non produrranno effetti si andrà al ballottaggio, il 16 aprile. —
 
Fonte
Il Messaggero Veneto