DAL 1° MARZO I SERVIZI DIGITALI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ACCESSIBILI CON LA CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA

Dal 1 marzo 2021, le pubbliche amministrazioni dovranno consentire l’accesso ai propri servizi digitali anche con la CIE, in attuazione di quanto indicato dal Decreto Semplificazioni che incentiva al massimo l’uso dell’identità digitale come strumento di dialogo tra cittadini ed enti pubblici.

Il dipartimento per gli Affari interni e territoriali del ministero dell’Interno ha richiamato, per il tramite dei prefetti, l’attenzione dei sindaci sugli adempimenti necessari per la realizzazione della innovazione nei termini previsti ed ha reso disponibile un servizio per facilitare il processo di federazione delle Amministrazioni all’uso della CIE per l’accesso ai servizi digitali.

La carta d’identità elettronica riveste un ruolo determinante nel processo di digitalizzazione del Paese. 19 milioni di cittadini possiedono già CIE che rappresenta la prima identità digitale con cui accedere in modo sicuro e semplice al mondo dei servizi online della PA. Grazie alle sue caratteristiche di sicurezza, versatilità e interoperabilità, non è solo un documento di riconoscimento ma è soprattutto una chiave d’accesso rapida e sicura con cui attivare un dialogo sempre più diretto ed efficace con la pubblica amministrazione.

La carta d’identità elettronica è l’unico documento d’accesso ai servizi digitali della PA garantito dallo Stato italiano, in quanto emessa dal ministero dell’Interno e realizzata dal Poligrafico e Zecca dello Stato con i più alti standard tecnologici, che ne fanno uno dei documenti più sicuri a livello europeo. Un chip a radiofrequenza contenuto nella carta, infatti, registra e conserva i dati personali e biometrici tutelando l’identità digitale del titolare da ogni tentativo di furto o contraffazione permettendo l’identificazione certa, sia in presenza che da remoto, da qualsiasi dispositivo, computer, tablet e smartphone.

La Carta d’Identità Elettronica, inoltre, ha il vantaggio di essere uno strumento valido in tutta Europa: la compatibilità con i passaporti consente infatti di utilizzarla come documento di viaggio riconosciuto dai Paesi dell’area Schengen e di accedere ai servizi in rete di tutte le pubbliche amministrazioni e soggetti privati dei vari stati membri dell’Unione Europea.

La CIE può essere richiesta e utilizzata anche dai cittadini italiani residenti all’estero, regolarmente iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero).

Infine, per richiedere la CIE non serve come in passato attendere la scadenza della vecchia carta. Basta recarsi presso il proprio Comune dove si potrà avviare la richiesta e ritirare il documento – o riceverlo direttamente a casa – entro sei giorni lavorativi. Per tutte le informazioni sugli usi di CIE visita il sito www.cartaidentita.interno.gov.it

Per usare la CIE il cittadino non ha bisogno di alcuna password ma solo di un PIN, composto di otto cifre (la prima parte viene rilasciata in fase di richiesta del documento, la seconda alla consegna): è molto importante conservare il codice con attenzione in quanto indispensabile per accedere ai servizi online erogati da Pubbliche Amministrazioni e Imprese.

L’autenticazione tramite CIE si è diffusa in modo considerevole: oltre 5.5 milioni di accessi ai servizi online sono avvenuti nel 2020, altri 1.8 milioni circa sono stati rilevati a gennaio 2021. Con la CIE infatti si possono svolgere alcune operazioni come autenticarsi su #IOapp, (l’app dei servizi pubblici, locali e nazionali) direttamente dal proprio smartphone così come già avviene nel 42% dei casi.

I dati delle adesioni all’accesso con CIE della Pubblica Amministrazione sono in costante crescita con 241 PA già abilitate. Con il nuovo servizio automatizzato di federazione all’identità digitale CIE del ministero dell’Interno, l’adesione delle Amministrazioni sarà ancora più rapida. Con oltre 19 milioni di emissioni la carta d’identità elettronica è l’identità digitale più diffusa in Italia e documento d’accesso ai servizi digitali della PA garantito dallo Stato italiano.

(Fonte Il Giornale dei Comuni)