LA CARTA DI PORDENONE COMPIE 5 ANNI

L’ 8 luglio 2020 compie 5 anni il protocollo di intesa siglato nel 2015, fra nove soggetti istituzionali, enti e associazioni uniti dalla volontà di promuovere un’immagine equilibrata e plurale di donne e uomini nei media contrastando gli stereotipi di genere.

Fondatori sono stati dunque il Comune di Pordenone, rappresentato sia dall’Assessorato che dalla Commissione Pari Opportunità, la Consigliera di Parità di Area Vasta di Pordenone, lOrdine dei giornalisti del Fvg, Assostampa Fvg, il Circolo della Stampa, l’associazione Voce Donna, Il Teatro Verdi. Tra le oltre 60 adesioni al protocollo si segnalano quelle di Anci Fvg, Federsanità Anci Fvg, Consiglio Regionale Fvg; a livello nazionale quella degli Stati Generali delle donne.

Oggi, a 5 anni dalla nascita di Carta, per ricordare questa tappa importante, la coordinatrice del tavolo tecnico di Carta di Pordenone Chiara Cristini, consigliera di parità di area vasta, insieme a Guglielmina Cucci, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone, hanno deciso di valutare quale sia l’efficacia di questa iniziativa che ha ormai superato i confini regionali e nazionali. La valutazione sarà fatta on line, con un questionario indirizzato ai 60 firmatari che nel corso degli anni hanno voluto condividere i principi del documento.

Si cercherà di capire quanto Carta abbia contribuito a introdurre cambiamenti, anche piccoli, nel proprio modo di operare, prestando maggiore attenzione alle pari opportunità e alla valorizzazione delle differenze di genere. E sarà anche l’occasione per capire, assieme ai firmatari, cosa si potrà fare per dare ulteriore forza a Carta per promuovere quel cambiamento culturale necessario per conseguirla parità e il rispetto tra i generi, in ogni campo della vita. I risultati della rilevazione permetteranno di verificare l’efficacia del lavoro svolto in questi anni in merito agli obiettivi del documento avviando un programma che ne tenga conto.

“Abbiamo pensato che dopo cinque anni di intensa attività – fosse giunto il momento di guardare il percorso fatto – dichiara Chiara Cristini – valutare i punti di forza e di debolezza, i risultati conseguiti e le aree di sviluppo. Un passaggio fondamentale per poter immaginare il futuro in modo partecipato e generativo. Per questo coinvolgeremo nella valutazione tutti gli enti sottoscrittori, cercando di capire come poterli coinvolgere maggiormente nelle prossime attività”.

“In questi anni abbiamo fatto molto – afferma Guglielmina Cucci – Carta è stata indicata come buona pratica sia a livello nazionale, che internazionale, e ha stimolato e supportato la nascita di altri progetti, facendo da apripista e creando un terreno fertile. La recente cronaca locale e nazionale ci ricorda però che c’è ancora tanto da fare, e noi siamo pronte a impegnarci con la stessa determinazione di sempre. Quello culturale è il lavoro più difficile e a lungo termine, ma l’unico che può dare risultati stabili e duraturi. Linguaggio e comunicazione sono alla base e influenzano il pensiero”.

Tra i riconoscimenti più prestigiosi ottenuti da Carta di Pordenone, figura la citazione come esempio di buone pratiche nel Grevio 2019, il rapporto redatto da un gruppo di esperte del Consiglio d’Europa in merito all’applicazione in Italia della Convenzione di Istanbul per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e domestica.

In questi anni, il Protocollo ha promosso e sostenuto diversi importanti progetti, molti realizzati dai soggetti firmatari. Numerose sono state le iniziative promosse volte a sensibilizzare, informare e promuovere un’equilibrata rappresentazione di genereintesa in tutte le sue molteplici forme. Fra queste, incontri nelle scuole, corsi di formazione professionale per giornalisti e altri ordini professionali, tavole rotonde e conferenze, concorsi, festival, presentazioni di libri, mostre artistiche, proiezioni cinematografiche, progetti teatrali e manifestazioni sportive.

Infine, Carta di Pordenone ha contribuito all’attivazione di nuove sinergie territoriali tra enti pubblici, privati e del terzo settore. Ha favorito la nascita di nuove associazioni e ha creato un contesto sempre più attento e preparato nel promuovere correttamente e in modo innovativo il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze fra uomini e donne nella società.

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