Soli contro il quorum: il difficile cammino di 22 candidati unici in provincia di Udine

Alessandro Cesare / udine

Nella provincia di Udine sono 22 i candidati sindaco che come unico sfidante avranno l’affluenza. Risulteranno eletti, infatti, solo nel caso in cui almeno il 40% degli aventi diritto si recherà alle urne. Una situazione, quella del candidato unico, che diventa sempre più diffusa anno dopo anno, e ormai non coinvolge più solo le piccole comunità di montagna come Resia, Forni di Sotto e Chiusaforte, ma anche centri meno periferici e più popolosi come Corno di Rosazzo, Remanzacco e San Giovanni al Natisone. Duplice la lettura che gli aspiranti primi cittadini danno rispetto alla carenza di pretendenti: da un lato la crescente disaffezione verso la politica e la pubblica amministrazione, dall’altro il disinteresse a confrontarsi con un sindaco uscente che si è dimostrato capace.

«L’allontanamento dalla cosa pubblica è evidente e si aggrava anno dopo anno – ha evidenziato Boris Preschern, candidato unico a Malborghetto-Valbruna –. Qualcuno dovrebbe porsi delle domande e cominciare a snellire la burocrazia e le procedure amministrative, che di certo non incentivano le persone ad avvicinarsi ai comuni». Per Preschern, però, se un primo cittadino ha fatto bene nel corso del suo mandato, in qualche modo scoraggia i potenziali avversari a presentarsi: «La gente si identifica con il sindaco uscente e dimostra la fiducia nei suoi confronti dandogli modo di continuare a lavorare per altri cinque anni. Ciò non significa, però, dare per scontata la rielezione: bisogna lavorare per raggiungere il quorum».

A Chiusaforte, Fabrizio Fuccaro, è il solo candidato ma ha l’appoggio di due liste: «Non abbiamo voluto strumentalizzare la corsa presentando un candidato pro forma, perché ci teniamo a salvaguardare il sacrosanto diritto al voto dei nostri cittadini. Spetterà a loro giudicare il nostro lavoro e la nostra proposta recandosi alle urne e superando così il 40% di affluenza».

Appare più sicuro di sé Daniele Moschioni, per la seconda volta consecutiva candidato unico a Corno di Rosazzo: «Non parlerei di disaffezione alla politica, visto che in molti centri più piccoli del nostro di candidati e di liste ce ne sono. Evidentemente i cittadini sono contenti di chi li amministra e non hanno intenzione di cambiare».

Chi un ricambio lo auspicava è Ermes De Crignis, sindaco di Ravascletto: «Ero pronto a passare il testimone, poi ci sono stati dei problemi e mi sono dovuto ricandidare. Mi piacerebbe vedere i giovani in prima linea, ma evidentemente, se non accade, è colpa della nostra generazione, incapace di formare le nuove leve della politica».

Corsa in solitaria per il primo cittadino uscente pure a Resia, dove si è candidata solo Anna Micelli: «È sempre più raro vedere persone che vogliono avvicinarsi a un’amministrazione pubblica dove le responsabilità sono in costante aumento. In questo mandato, ad esempio, abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia da Covid e con l’emergenza incendio. E non è stato banale». È convinto della bontà del lavoro svolto negli ultimi cinque anni Claudio Coradazzi di Forni di Sotto: «In poche settimane si amo riusciti a chiudere la lista e quanto fatto in questo mandato ha scoraggiato i potenziali avversari. Ora bisogna lavorare per portare la gente a votare evitando il rischio di commissario».

Fabio Pettenà di Santa Maria la Longa ha fatto riferimento all’attrattività della cosa pubblica tra i giovani: «Chi si impegna, magari con qualche delega, deve essere ricompensato nella maniera più adeguata. Oggi questo non avviene, e credo sia una delle cause della carenza di volti nuovi nei comuni». —

Fonte Il Messaggero Veneto