Vianelli: «Rettore? Meglio rettrice ma c’è ancora troppa disparità»

 
Piero Tallandini
 
«Rettore o rettrice? Chiamatemi rettrice». Non ha dubbi Donata Vianelli, prima donna a salire al vertice dell’Università di Trieste in oltre un secolo.
 
A poche ore dal responso elettorale che martedì ha sancito l’investitura, Vianelli entra nel merito di sfide e criticità da affrontare nel sessennio che comincerà ufficialmente il 1° agosto. E si racconta, partendo proprio dal dato di fatto storico, quello legato al genere.
 
LA SVOLTA E LA DISPARITA’
«A Padova ci hanno messo 800 anni ad avere una rettrice, noi ci siamo arrivati dopo 100 – osserva sul filo dell’ironia –. È un cambio di passo nel ruolo delle donne che sempre di più si mettono in gioco, lavorano e, sulla base del merito, portano tanto valore alla società». «Nel nostro ateneo tendenzialmente c’è equilibrio per quanto riguarda gli studenti – spiega la neorettrice –: nell’area umanistica più studentesse, quella economica è più equilibrata, mentre l’area scientifica è più a favore del genere maschile. Ma le cose stanno cambiando, lo si vede anche dall’orientamento nelle scuole. Per quanto riguarda il corpo docente quando si inizia la carriera universitaria c’è parità di genere, che però diventa disparità quando si parla delle fasce più alte: a Trieste su cento docenti ordinari solo il 20 per cento sono donne, ma anche qui, siccome il cambiamento inizia dalla base, il fatto che ci siano comunque più donne con lauree scientifiche farà sì che si possa delineare un cambiamento rispetto al passato». «Il mio predecessore Roberto Di Lenarda – rimarca Vianelli – ha sempre avuto molta attenzione al tema degli squilibri di genere ed è stato avviato un programma ad hoc per aumentare il numero di professoresse ordinarie. Essere donna mi spinge ad avere ancora più considerazione per le problematiche di genere, ma è chiaro che il merito arriva sempre prima di tutto».
 
La CONCORRENZA e il POST PNRR
«Il nostro è un ateneo molto sano e il mio lavoro andrà in continuità con quello di Di Lenarda, che ha fatto tanto – anticipa Vianelli –. Dovranno essere sei anni in continuità nella crescita e nell’innovazione per un ateneo che ha già raggiunto grandi risultati. Le basi ci sono tutte. Tra le criticità e le sfide da affrontare ci sono sicuramente la crisi demografica, la crescente concorrenza delle università telematiche e l’avvio del periodo post Pnrr che dopo tre anni di grandi investimenti determinerà un rallentamento». «Proprio per quanto riguarda il Pnrr – osserva la nuova rettrice – sarà fondamentale continuare a favorire il dialogo con il territorio e in particolare con l’industria. Quanto alla concorrenza con le telematiche, la qualità dev’essere la parola chiave, a cominciare dai corsi, ma bisogna anche proporre un’esperienza universitaria che valorizzi i curriculum in funzione del mercato del lavoro. È chiaro che non dobbiamo competere sullo stesso piano, le telematiche offrono cose diverse, ma noi vogliamo essere competitivi anche utilizzando dei percorsi online e certamente valorizzando la conoscenza».
 
TAGLI AI FONDI E PIANO STRATEGICO
La crescita, secondo la docente di origine vicentina, passa anche da un approccio riorganizzativo: «Vedendola da professore di economia e gestione delle imprese, dobbiamo migliorare nell’efficienza e nella semplificazione. Il periodo di rallentamento che abbiamo davanti con i tagli del fondo di finanziamento ordinario ci porterà a dover a razionalizzare alcuni processi, ma sempre valorizzando le persone, la risorsa fondamentale».
Da applicare c’è quello che la nuova guida dell’ateneo triestino definisce «un piano strategico, che prenderà in considerazione tutti gli ambiti, ovvero studenti, personale e rapporti con il territorio, perché l’Università di Trieste ha tante eccellenze e può dare tanto al territorio regionale». «Nel mio programma – aggiunge Vianelli – ho previsto un importante investimento sulla ricerca ed è proprio su questo che possiamo giocarci i nostri contatti migliori a livello internazionale. Abbiamo un “Sistema Trieste” che è molto importante e conosciuto fuori dall’Italia e che dobbiamo valorizzare. Così come intendiamo rafforzare ancora di più i rapporti con la Sissa e l’Università Udine».
 
Il MESSAGGIO AGLI STUDENTI
Poi, ecco il messaggio rivolto agli studenti: «Li ringrazio perché hanno capito che nella mia proposta avevano il ruolo centrale e hanno scelto di portare avanti questo percorso con me nei prossimi sei anni. A loro vorrei dire che lavoreremo insieme per un ateneo sempre più vivo, dinamico, a misura degli studenti e di tutta la comunità. Hanno tante idee: io e la mia governance riusciremo a metterle in pratica».
Infine, il pensiero sulla riforma per l’accesso a Medicina: «Il mio parere è molto critico, così come lo sono quello di Di Lenarda e di tutti gli altri rettori d’Italia. Vedremo come si giocherà questa partita, ma certamente non è iniziata con il piede giusto». —
 
Fonte
Il Piccolo