I SINDACI DEL FVG IN PIAZZA PER PROTESTARE CONTRO I DISSERVIZI POSTALI

Esasperati da un dialogo sterile, stanchi di vedere i propri cittadini per ore in fila sotto la pioggia e la neve, stufi di sportelli Atm promessi ma mai installati ed infine della riduzione dell’orario di apertura in piena pandemia. Dopo un anno di incontri con i dirigenti di Poste Italiane in cui si sono raggiunti pochi degli obiettivi prefissati, Anci Fvg invita i sindaci di tutta la regione a far sentire la propria voce lunedì 15 febbraio, alle 17, in via Parini (davanti alle Poste) a Monfalcone.

Perché una manifestazione

“Rispetto a quanto sta avvenendo ormai da diverso tempo ai servizi di Poste Italiane, Anci Fvg ha deciso di schierarsi a fianco dei Sindaci del FVG. Si tratta di diverse criticità che vengono segnalate continuamente: dal ritardo della consegna della posta, alla consegna anomala delle raccomandate con deposito, fino alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli. A queste si aggiungono la mancanza di sportelli ATM (che spesso rappresentano per alcuni centri dei veri e propri punti di riferimento) e la necessità di eliminare le barriere architettoniche – ha commentato Dorino Favot, presidente di Anci Fvg”.

“Queste problematiche hanno spinto Anci Fvg – ha proseguito il presidente – ad aprire un tavolo di confronto con Poste Italiane già dall’inizio dello scorso anno (11 febbraio 2020) dopo la nomina del sindaco di Valvasone Arzene, Markus Maurmair, quale referente nelle relazioni con Poste Italiane (29 gennaio 2020) che ringrazio per il lavoro fin qui fatto. Nei diversi incontri con Poste (i più importanti del 11 febbraio 2020, 30 giugno 2020 e 28 ottobre 2020) abbiamo ottenuto ascolto e cortesia, però non sono mai seguiti fatti concreti se non alcuni interventi a spot (guarda caso ad esempio a Valvasone Arzene). Ad oggi non abbiamo nemmeno una minima programmazione degli interventi richiesti”. “Siccome il servizio postale è un servizio universale finanziato con fondi pubblici – ha concluso Favot – riteniamo importante far sentire la voce dei sindaci del Friuli V.G. con una manifestazione di protesta con la fascia tricolore, che si terrà lunedì 15 febbraio, alle 17, in Via Parini a Monfalcone, davanti alle Poste. Ringrazio il Primo cittadino di Monfalcone Anna Maria Cisint e tutta la sua Amministrazione per aver proposto ed organizzato questa importante iniziativa”.

L’analisi

“È trascorso un anno esatto dall’incontro che abbiamo avuto con il Vicedirettore Generale di Poste Italiane spa Giuseppe Lasco e l’istituzione di un tavolo di confronto istituzionale AnciFVG-Poste Italiane spa che avrebbe dovuto risolvere tutti i nostri problemi – ha ricordato Markus Maurmair, referente per Anci delle relazioni con Poste Italiane nonché sindaco di Valvasone Arzene. In mezzo a questo anno c’è stata la pandemia mondiale che ha scompaginato il mondo intero, ma una cosa è rimasta invariata: l’obiettivo di Poste Italiane spa di puntare all’utile. Infatti, in un momento di emergenza nazionale, seppur con le dovute attenzioni per il personale alla fin fine l’emergenza sanitaria è stata un ottimo pretesto per puntare a una riduzione dei costi derivanti dall’obbligo di erogare il servizio universale che è proprio dell’attività delle poste. Infatti, si è ritardato nel riportare gli sportelli agli orari pre lockdown evitando la sostituzione del personale andato in quiescenza coprendo in genere due uffici con un solo dipendente riducendo così i costi.

Possiamo sostenere quanto affermiamo perché ci siamo organizzati, nonostante gli inviti dei dirigenti di Poste Italiane spa a spostare il confronto caso per caso con il singolo sindaco, raccogliendo i dati tra noi amministratori con un questionario somministrato alle amministrazioni comunali”.

I numeri

“Nell’arco di 2 settimane – prosegue Markus Maurmair – abbiamo raccolto 72 questionari (su 215 Comuni) e più di un terzo (25 casi) degli improvvisati rilevatori hanno segnalato che ci sono a oggi ancora difficoltà con gli uffici postali a orario ridotto, in particolare nei pomeriggi, per un totale di 411,5 ore alla settimana in meno di aperture rispetto al 1° febbraio 2020. La conseguenza? Le code all’esterno degli uffici postali come la rinuncia a ricorrere agli uffici periferici poiché, nel rischio di trovare chiuso, l’utente si indirizza agli sportelli più grandi. Ciò che temiamo è il cristallizzarsi di questa situazione, creando i presupposti per legittimare richieste di riduzione degli orari, con il venir meno di un servizio indispensabile soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.

Gli sportelli ATM

Un minimo di sostegno potrebbe derivare dall’attivazione degli sportelli ATM in tutti gli uffici postali o almeno nella misura di un ufficio automatico per Comune. Tuttavia, a oggi, dalla nostra rapida rilevazione, in Friuli Venezia Giulia ci sono almeno 29 realtà (il 15 percento dei Comuni regionali) completamente sprovvisti di ATM in barba al declarato impegno, preso oramai 3 anni fa dall’Amministratore delegato Di Fante di fronte al capo del Governo e a diversi ministri, di garantire un bancomat per ciascun Comune entro il 2020.

La sentenza del TAR e il ruolo dei sindaci

“Una nuova speranza – ha concluso Markus Maurmair – la riponiamo nella recentissima sentenza del TAR della Campania che lo scorso 25 gennaio ha condannato Poste Italiane spa alla riapertura dello sportello di Petruro Irpino, cittadina rurale in provincia di Avellino, dove dal 2015, senza alcun confronto con il territorio e, in particolare, con l’amministrazione comunale, era stato ridotto a due sole giornate il servizio postale universale reso ai 400 abitanti. Ecco quella sentenza del TAR pone nuovamente al centro della questione i Sindaci e le amministrazioni locali che dovranno essere interpellati da Poste Italiane spa in un’istruttoria sull’eventuale riduzione degli orari degli sportelli che dovrà trovare giustificazione non tanto sul bilanciamento tra costi e ricavi ma su di un’attenta valutazione degli aspetti concreti quali la tipologia della popolazione coinvolta e la conformazione del territorio “garantendo per i cittadini l’assicurazione del servizio di interesse economico generale”.

Le richieste

“Quello che chiediamo è che le Poste aprano gli sportelli e le filiali dislocati sul territorio, perché non è possibile che in una provincia siano operativi nel pomeriggio solo due sedi, nel caso dell’Isontino gli uffici centrali di Gorizia e Monfalcone – ha commentato il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint. Il risultato di questa scelta sono file chilometriche, con anziani costretti ad attendere per ore in piedi con qualsiasi condizione, anche con il freddo e la pioggia, per di più con il rischio di creare assembramenti. Si tratta per di più di servizi per adempimenti spesso obbligatori, come pagamenti o procedure richieste dalla legge. Prima di organizzare questa manifestazione abbiamo scritto molte volte e incontrato i dirigenti delle Poste, ma siamo stati sempre rimbalzati. È urgente che le Poste diano delle risposte concrete nel rispetto delle persone, investendo nel personale e facendo tutto quello che è necessario per garantire i servizi dovuti”.