Sospensione delle attività di Protezione Civile fino a nuove norme

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“Sospensione delle attività delle squadre comunali di Protezione civile fino all’entrata in vigore di nuove norme che ridisegnino un quadro coerente con le esigenze in merito alle responsabilità nostre e dei nostri volontari”.
 
E’ quanto propone in un documento votato all’unanimità il Consiglio direttivo di Anci Fvg in merito al caso Preone, dopo il rinvio a giudizio di primo cittadino e coordinatore della locale squadra di Protezione Civile.
 
Evidenziando come “i Comuni rappresentino un irrinunciabile presidio a tutela del territorio” e considerando come i Sindaci siano “il punto di riferimento principale per la comunità locale, soprattutto in situazioni di emergenza” assumendo responsabilità “che vanno ben oltre la semplice gestione amministrativa”, Anci sottolinea come quella del primo cittadino non sia “una figura tecnica e non gli possono essere imputate responsabilità che presuppongono competenze tecniche specifiche”.
 
Per questo, sempre secondo l’associazione presieduta da Dorino Favot, “le responsabilità dei Sindaci non possono essere sproporzionate rispetto alle risorse e alle competenze disponibili”. Da qui, in conclusione, “si rende necessario un nuovo quadro normativo”, proteggendo allo stesso tempo sindaci e volontari di Protezione Civile “da richieste risarcitorie eccessive e ingiustificate”. Proprio prendendo spunto dalla situazione riguardante Preone, Anci denuncia “la pericolosa torsione delle regole di leale collaborazione tra le istituzioni dello Stato che la vicenda ha portato drammaticamente alla luce”. Da qui la richiesta di riformare le normative esistenti, e la proposta – fino a quando non ci saranno novità legislative in merito – di sospendere le attività relative alla Protezione Civile.

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