Pari opportunità, il punto della delegata Ferdinandi con i referenti dei Comuni

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Fare rete, condividere esperienze, aggiornarsi reciprocamente sul lavoro portato avanti da ANCI nazionale e dai Comuni sui rispettivi territori nel settore delle pari opportunità: questo l’obiettivo dei due momenti di incontro, il primo con i Comuni piccoli e medi ed il secondo con i Comuni Capoluogo e le Città Metropolitane, voluti dalla Sindaca di Perugia e delegata nazionale per le Pari Opportunità Vittoria Ferdinandi.

“Questo incontro nazionale con gli Assessori e le Assessore alle Pari Opportunità vuole essere, ancora una volta, non solo un momento di aggiornamento, ma un esercizio collettivo di responsabilità e visione” evidenzia Vittoria Ferdinandi.

“Le sfide che affrontiamo richiedono un approccio politico ambizioso, che non si limiti alla gestione dell’ordinario ma che progetti cambiamento, partendo dai territori, valorizzando le esperienze locali e intrecciandole a politiche nazionali solide.”

“Ci ritroviamo oggi in un momento storico in cui il nostro impegno politico, istituzionale e culturale sulle pari opportunità è chiamato a confrontarsi con una realtà ancora drammaticamente segnata dalla violenza.  – ha proseguito Ferdinandi nella sua relazione introduttiva – “I femminicidi continuano a lacerare il tessuto sociale del nostro Paese. Ogni volta che una donna viene uccisa per mano di un uomo, spesso un partner o un ex, è un fallimento collettivo che ci interroga, come amministratori, come cittadini, come comunità. Questi episodi non sono “casi isolati”: sono la manifestazione più estrema e brutale di una cultura patriarcale che ancora permea la nostra società, che si annida nei rapporti affettivi, nei contesti familiari, nei linguaggi, nei media, nelle strutture di potere. Ed è per questo che la risposta non può essere solo emergenziale o repressiva. Serve una politica strutturale, coerente, continuativa, che agisca sui piani della prevenzione, dell’educazione, della protezione e dell’autonomia. E il ruolo di ANCI può rivestire una centralità importante in questo.”

Gli incontri sono stati l’occasione per aggiornare i Comuni sul lavoro che ANCI sta portando avanti lungo diversi assi, come quello del nuovo Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2025–2027: in occasione della consultazione promossa dal Dipartimento con i diversi livelli istituzionali, ANCI ha presentato osservazioni puntuali, chiedendo con forza che i Comuni siano riconosciuti come soggetti attivi e imprescindibili nell’attuazione della strategia nazionale.

ANCI ha proposto di rafforzare il ruolo dei Comuni nella formazione degli operatori sociali e di polizia locale; nella realizzazione di interventi sistematici nelle scuole – luogo cruciale per ogni reale strategia di prevenzione; nella messa in rete dei servizi territoriali, favorendo la co-progettazione tra enti locali, Regioni e CAV; e ancora nella costruzione di tavoli permanenti di coordinamento, che coinvolgano anche gli Uffici scolastici regionali, e nell’introduzione di riserve ERP per le donne che fuoriescono da situazioni di violenza, come già avviene in alcune esperienze regionali.

“Stiamo anche lavorando ad un progetto di campagna nazionale di comunicazione contro la violenza di genere che non dovrà essere episodica, ma permanente e viva tutto l’anno in ogni Comune italiano, facendo sì che sia  25 novembre tutti i giorni. Su questa nostra proposta auspichiamo un coinvolgimento del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri” – ha sottolineato Vittoria Ferdinandi nel suo intervento.

Sul Reddito di Libertà, una misura che rappresenta un tassello fondamentale nel percorso di autonomia delle donne vittime di violenza, dopo anni di finanziamento con risorse straordinarie e precarie, la misura è stata resa strutturale, con un incremento stabile dei fondi previsto dalla Legge di Bilancio.

Dato l’alto fabbisogno registrato,  ANCI ha chiesto al Governo un ulteriore potenziamento del Fondo, affinché il Reddito di Libertà possa rispondere in modo più adeguato e capillare alla domanda crescente proveniente dai territori.
Sulla revisione dei requisiti minimi per i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio, prevista dall’Intesa del 2022 ancora in vigore, ANCI sarà chiamata a esprimersi e, a tal fine, organizzerà un tavolo tematico dedicato.

Anche il tema del bilancio e della certificazione di genere rivestono una crescente rilevanza per i comuni presenti agli incontri ed é stata portata all’attenzione di ANCI la necessità di accompagnamento verso linee guida e schemi di bilancio uniformi e confrontabili in grado di supportare le competenze attive nei comuni. Al riguardo, ANCI ha di recente scritto alla Ministra Roccella una lettera per avviare insieme una riflessione su come incentivare questa certificazione, anche in forma sperimentale, nei comuni.

“Questi temi – il Reddito di Libertà, i CAV e le Case Rifugio, il bilancio di genere, la certificazione – non sono dettagli tecnici, ma nervature di una politica pubblica che vuole essere trasformativa, concreta e capace di costruire fiducia. E sono tutti legati da un filo rosso: l’idea che la parità non sia un diritto da rivendicare una volta per tutte, ma un processo continuo da coltivare, dentro e fuori le istituzioni, insieme alle persone, ascoltando i territori, immaginando il futuro” conclude Vittoria Ferdinandi.

Anche il tema del bilancio e della certificazione di genere rivestono una crescente rilevanza per i comuni presenti agli incontri ed é stata portata all’attenzione di Anci la necessità di accompagnamento verso linee guida e schemi di bilancio uniformi e confrontabili in grado di supportare le competenze attive nei comuni.

Al riguardo, Anci ha di recente scritto alla Ministra Roccella una lettera per avviare insieme una riflessione su come incentivare questa certificazione, anche in forma sperimentale, nei Comuni.

“Questi temi – il Reddito di Libertà, i CAV e le Case Rifugio, il bilancio di genere, la certificazione – non sono dettagli tecnici, ma nervature di una politica pubblica che vuole essere trasformativa, concreta e capace di costruire fiducia. E sono tutti legati da un filo rosso: l’idea che la parità non sia un diritto da rivendicare una volta per tutte, ma un processo continuo da coltivare, dentro e fuori le istituzioni, insieme alle persone, ascoltando i territori, immaginando il futuro” conclude Vittoria Ferdinandi.

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